DIARIO DI UN DOLORE C.S Lewis

DIARIO DI UN DOLORE, di C.S Lewis (Adelphi)

È il racconto di un dolore messo a nudo, una lama che trafigge.

È la descrizione della perdita, di un nuovo inizio, del vuoto.

È l’esperienza di un lutto, il distacco eterno dalla persona amata nella vita terrena.

La scomparsa del corpo, della voce, delle emozioni vissuto sulla pelle dell’autore.

È talmente vero e straziante il suo dolore che empaticamente viene trasmesso al lettore come se quest’ultimo lo vivesse in prima persona.

Si scioglie in flussi di coscienza a volte deliranti, a volte tremendamente razionali, per anestetizzare, sublimare il suo dolore ma ogni volta ne esce sconfitto e quest’ultimo si ripropone, sempre in forma diversa, via via con una maturazione più intensa, fino ad arrivare a diventare parte del suo corpo.

Un dolore tangibile ma diafano.

L’espressione cruda della certezza che niente potrà mai più essere come prima.

L’ho letto in un’ora e mezzo.
Mi sono commossa più volte.

Recensione di Beatrice Berardi

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