DIARIO DI UN’ESTATE MARZIANA, di Tommaso Pincio (Perrone – novembre 2022)
Non so se capiti anche a voi, ma c’è un giorno dell’anno in cui l’aria cambia. Lo senti nel naso. Respiri e ti accorgi che è cambiata.
È arrivata la primavera, certo, le temperature salgono già da un po’, sì, e il tramonto arriva un po’ più tardi. Ci si veste più leggero e già da settimane si è tolta la coperta pesante dal letto.
Ma proprio l’aria, l’odore, quello cambia in un momento preciso. Una serata con gli amici, una cena fuori, una passeggiata in centro.
Quel giorno per me è oggi e coincide con la fine di questo libro, finalmente ristampato (“fresco” di ristampa, per rimanere nell’ambito della metafora metereologica).
“Forse sono i libri più belli quelli che scappano di mano, trasformando chi li scrive e poi chi legge in un modo misterioso e inesorabile” ha scritto Nadia Terranova nella motivazione con cui lo ha candidato al prossimo Premio Strega.
A me è scappato di mano di continuo. Al mattino non lo trovavo dove lo avevo posato la sera prima. Inafferrabile, questo racconto che pian piano diventa un diario.
È una passeggiata sottobraccio con Flaiano – come si evince già dal titolo – nella Roma di quegli anni, fra i luoghi della “Dolce vita”, Via Veneto e i suoi caffè, Cinecittà e la sua luce artificiale. La Roma con le sue centinaia di sale cinematografiche, la Roma di Fellini.
Camminando incontriamo attrici famose, bellezze in cerca di notorietà, paparazzi, Vespe che sfrecciano e intere, lunghe nottate che sempre vanno a finire in un nuovo giorno.
È la memoria di un tempo che si fa immagine, quando ancora ci si affacciava alla finestra, quando ancora si andava al cinema (e non “a vedere un film” come si fa oggi). È un cassetto che custodisce ricordi, aneddoti (chissà se tutti veri, ché con Fellini non si sa mai…).
E allora benvenuta estate! Benvenuta stagione che sembri “esistere per finire”, che passi per poi farti sempre rimpiangere, come la giovinezza.
Leggete questo diario, poi aprite la finestra, respirate. Poi fatemi sapere.
Viva le storie che sfuggono di mano.
Viva Pincio. Viva Flaiano.
Recensione di Valerio Scarcia
DIARIO DI UN’ESTATE MARZIANA Tommaso Pincio
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