DOVE MI TROVO, di Jhumpa Lahiri
Interessante romanzo sulle difficoltà esistenziali di una donna, che rappresentano quelle di qualsiasi persona, nella solitudine urbana, difficoltà ricostruite attraverso una serie di bozzetti che scandiscono ogni breve capitolo.
Il titolo “Dove mi trovo” lo interpreto come una domanda-affermazione che la protagonista si pone nel momento in cui si vede in stallo, fa una sorta di bilancio della propria vita e cerca di fare il punto della situazione su chi è e cosa vuole per sé, staccandosi dai condizionamenti inevitabili e pseudoinvolontari dei genitori, sia della madre ancora vivente che del padre ormai defunto: è stanca di vivere in una sorta di guscio, che è il suo conforto ma anche la sua prigione.
Il romanzo è interessante anche per il fatto che l’autrice è di origini bengalesi, vissuta per molto tempo a Londra e innamoratasi del nostro paese e della nostra lingua, che qui utilizza in modo davvero sorprendente: spesso è un italiano semplice, nitido, ma non solo quotidiano e non privo di improvvisi scarti lirici che si aprono su riflessioni che balenano nella mente della protagonista.
Mi è piaciuto proprio questo scandagliare vari momenti della vita o della giornata, spesso apparentemente banali ma che diventano segnanti e poetici al tempo stesso nella costruzione dell’io e nelle riflessioni della protagonista senza nome.
Consigliato
Recensione di Patrizia Bellanova
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