DOVE PORTA IL FIUME, di James Dickey
Quattro amici decidono di trascorrere un fine settimana immersi nella natura, scendendo un fiume che attraversa un’impervia zona di montagna; passeranno, invece, tre giorni da incubo, braccati, feriti e terrorizzati dalla follia degli uomini e dalla forza della natura.
Thriller dal buon ritmo e sapiente costruzione narrativa, ha il suo punto debole nell’inquadratura dei personaggi: l’autore ce li presenta come ideali rappresentanti delle molte facce dell’americano, dal distaccato narratore al filosofo esistenzialista, ma fa mancare gli elementi che permetterebbero un reale coinvolgimento profondo col lettore. Ho apprezzato la lettura ma ho trovato migliore la riduzione cinematografica di John Boorman.
Il Times lo inserì, a suo tempo, nella lista degli imperdibili romanzi in lingua inglese del secolo XX, ma nella sua categoria trovo che autori come King abbiano fatto decisamente di meglio.
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