Due Libri a confronto: GENTE DEL SUD, di Raffaello Mastrolonardo e LA CASA SULL’ARGINE, di Daniela Raimondi.
Francamente e in due parole, ho amato Gente del Sud, mi sono affezionato alla famiglia Parlante, nessuno escluso. Anzi se proprio devo trovare un difetto nel libro è l’eccessiva “perfezione” dei personaggi, il che li rende forse un tantino prevedibili. Ma il contesto storico, l’ambientazione e la caratterizzazione, tutto congiura per rendere questo libro interessante, bello da leggere, ottimo per farsi trasportare anche dalla sua leggerezza. Senza contare che l’autore riesce a farci “vedere” i luoghi dove si svolge l’azione. Impagabile l’esperienza della prima guerra mondiale, molto azzeccate le descrizioni del paese e della casa delle due famiglie Parlante.
Per La casa sull’argine, dall’altra parte… insomma. Ho come l’impressione che sia tirato via. Troppi personaggi abbozzati e spariti. Accadimenti troppo onirici che meriterebbero di essere approfonditi. Cambi di generazione troppo rapidi perché ci si possa affezionare. Accenni ad eventi che potrebbero essere interessanti (cosa succede a Dolfo quando diventa segretario, quando va a Cuba o in URSS? Che ne è della vita tormentata di Giacomo e Viollca, della depressione di Giacomo, tanto grave da spingerlo al suicidio e da influenzare le generazioni successive ma mai spiegata?).
Ci si dilunga su personaggi più recenti, e qui il libro sembra decollare, ma un tantino troppo tardi. Infine qui non si “vedono” i luoghi. Perfino la casa sull’argine sfugge. Ho trovato anche una “citazione” da un altro libro, su un episodio realmente accaduto durante la prima Guerra. Un citazione quasi parola per parola. Insomma, troppo abbozzato per essere un libro generazionale o anche solo di formazione e troppo lungo per essere un romanzo incentrato solo sui tempi più recenti il secondo.
Molto equilibrato e coinvolgente il primo.
Di Luca Ridondelli
Due Libri a confronto: GENTE DEL SUD, di Raffaello Mastrolonardo e LA CASA SULL’ARGINE, di Daniela Raimondi.
Caro Luca, comprendo che il mio libro possa non averti convinto, ma le tue domande mi lasciano perplessa, perché le risposte sono tutte nel romanzo, e anche piuttosto esplicite: sia quello che succede a Giacomo, che a Viollca. Parlando di Giacomo: guarda non è affagtto il suo suicidio a influenzare le generazioni della famiglia, ma la profezia di VIollca. Questo è un punto fondamentale che viene ripetuto nel testo innumerevoli volte. DI Dolfo ho detto quello che era importante per la trama. Parlo molto della sua infanzia, del legale con il fratello, della sua posizione politica da adulto. Riappare di nuovo nell’epilogo, che immagino tu non abbia letto, dove parlo dei suoi ultimi anni, della trasformazione del suo carattere, della morte della moglie e di tanto altro. Cordialmente, Daniela
Grazie mille per il suo commento, estremamente garbato. La mia è una “recensione” da lettore, quindi scritta di getto e di pancia sulle sensazioni che i due libri mi hanno suscitato. La ringrazio per avermi voluto così gentilmente rispondere e, per certi versi, spiegare la sua ispirazione e il perché le cose sono accadute ed accadono nel suo romanzo. Un cordiale saluto ed auguri di buone feste. Luca