DUE LIBRI A CONFRONTO: I VECCHI COMPAGNI / LA CASA DI VIA VALADIER – Carlo Cassola
Due romanzi brevi – o racconti lunghi che dir si voglia – ben accostabili l’uno all’altro per contemporaneità e temi trattati.
Nel primo si narrano le vicende di alcuni lavoratori dell’alabastro, operai e boscaioli della zona di Volterra, nel periodo di poco precedente la guerra: tutti appartenenti all’area socialista e comunista, conducono una vita clandestina, in bilico tra il carcere e l’esilio. La loro opposizione al regime fascista in molte circostanze si rivela velleitaria, divisa da personalismi, con interne contrapposizioni generazionali, che si rifletteranno anche nelle immediatezze del dopoguerra.
Nel secondo protagonista è una casa romana, abitata dai coniugi Turri, Leonardo e Tina, socialisti da sempre, legati a nomi storici come Turati e Treves. Alla morte di Leonardo la moglie entrerà in conflitto con il fratello, l’avvocato Franzoni, che si allontanerà progressivamente dalle iniziali simpatie socialiste per arrivare un giorno a prendere la tessera del partito fascista. L’ultimo passaggio di testimone vedrà sopraggiungere il nipote Leonardo, giovane dalle mille incertezze, che non pare all’altezza di portare sulle proprie spalle un passato ingombrante.
Cassola si accosta alla corrente del neorealismo, più per tematiche che per atmosfere, dove si privilegia la dimensione interiore a scapito dei fatti, poveri, abbozzati, marginali rispetto alle vicende storiche principali. La trama si intreccia così in un sottobosco di antieroi, figurine traslucide e alabastrate, pezzo di specchio di un’Italia ferita al cuore, nella complessa ricostruzione di una sua identità.
Di Riccardo del Dotto
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