Due Libri a confronto: IL PASSATO È UN MORTO SENZA CADAVERE, di Antino Manzini – MECCANICA DI UN ADDIO, di Carlo Calabrò
Ho appena finito di leggere due gialli, uno di un autore affermato e uno di un esordiente. L’autore affermato naturalmente è Antonio Manzini, con il suo ultimo romanzo della serie di Rocco Schiavone: Il passato è un morto senza cadavere. L’esordiente è Carlo Calabrò, con Meccanica di un addio.
Schiavone torna, finalmente con un bel romanzo completo e “all’antica” dopo un breve intermezzo in America Latina di cui forse si sarebbe potuto fare a meno, e riprende da dove l’avevamo lasciato, con i suoi tormenti e le sue difficoltà nell’accettare la vita per quello che è, e con un nuovo difficile caso da risolvere – anzi, in realtà, due: quello su cui indaga ufficialmente, e quello in cui inciampa per caso e che riguarda una persona a lui molto cara.
Meccanica di un addio di Calabrò ha un approccio molto diverso, da un certo punto di vista, sia nell’ambientazione (nel mezzo della foresta amazzonica) che nella trama, a metà tra il thriller e l’avventura; però si ritrovano alcuni temi e toni simili a quelli di Manzini, sia nella scelta dell’ironia, che rende più scorrevole la lettura di temi che altrimenti risulterebbero cupi e devastanti; sia nell’angoscia del protagonista, che deve accettare i drammi del passato e le difficoltà del presente per imparare a vivere.
Insomma: due romanzi molto diversi, entrambi interessanti, sia da leggere che da regalare.
Di Iman Moutawakkil
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