DUE LIBRI A CONFRONTO: LA PAURA NELL’ANIMA, di Valerio Varesi – IL RAGAZZO CHE NON VOLEVA MORIRE, di Vincenzo Sacco
Oggi voglio dedicare un momento di attenzione al tema della “paura”, prendendo spunto da due libri che mi sono piaciuti molto e che ho recentemente terminato di leggere: “La paura nell’anima” di Valerio Varesi, Edizioni Frassinelli e “Il ragazzo che non voleva morire” di Vincenzo Sacco, SCE-Spazio Cultura Edizioni.
Due opere molto diverse, ma che hanno quale comune denominatore la paura irrazionale che, nel libro di Varesi (il penultimo uscito della serie di grande successo dedicata al Commissario Soneri), sconvolge le abitudini e i rapporti umani del paese di Montepiano e dell’Appennino circostante. Il tutto è scatenato da una imponente task force di carabinieri che invade la zona alla ricerca del criminale serbo Vladimir e dal fatto che le ricerche s’intersecano con il misterioso ferimento di un abitante del luogo e con inquietanti grida e fenomeni notturni che squarciano la quiete dei boschi. Una situazione che genera un clima di terrore e sospetto che va ben al di là della reale portata dei fatti.
Soneri, in vacanza con la sua compagna Angela, non convinto dal quadro che sembra emergere, inizia un’indagine parallela che lo porta a girovagare per i boschi apparentemente senza una meta, fino a che riesce a riannodare i fili di una vicenda dai contorni imprevedibili. Come accade generalmente per le storie di Soneri, il finale riserva non poche sorprese e la trama, velata di note malinconiche, è connotato da quei risvolti che hanno portato a inquadrare le opere di Varesi (pluripremiate e tradotte in varie nazioni) tra i migliori esempi di “noir sociale” europeo.
Il libro di Sacco è invece un diario digitale (ricavato da mail, social, blog, internet, tabulati telefonici, nonché da sporadiche annotazioni cartacee) dell’ultimo anno di vita del protagonista Claudio Modica, architetto precario che fa però credere alla nonna (sua unica parente in vita) di essere diventato medico. Un personaggio “maledetto” che contravviene a tutte le regole per rimanere in vita: non ubriacarsi, non drogarsi, non fare sesso senza prendere le opportune precauzioni.
Un’opera che spazia tra la moderna Torino dei locali alla moda, del Comics, della droga, del sesso senza inibizioni e le casette a schiera (quasi delle capanne a un piano), in tufo bianco, di un paesino del trapanese, ubicato tra Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo. Claudio Modica è attanagliato da mille paure, ma soprattutto dal terrore di avere contratto l’AIDS, o “l’Aitz” come lui lo chiama e questo lo porta a tenere comportamenti e ad assumere iniziative spesso irrazionali. Intorno a lui amici ipocondriaci, insicuri e che vivono all’interno del microcosmo che si sono costruiti. Una storia cruda, priva di ipocrisie, scritta con un linguaggio diretto e in parte ripreso dal mondo dell’informatica e dei social, che mette in luce le paure e i problemi di quella parte di giovani che – non trovando punti di riferimento positivi e concreti nella famiglia, nel lavoro e nella società – si perde in un magma vischioso che la intrappola e la annienta.
Due libri che consiglio e che inducono a riflettere.
Ecco, la parola chiave alla quale volevo arrivare era proprio questa: riflettere. Quando intorno a noi si scatena il panico irrazionale, dobbiamo pensare e cercare di mantenere i nervi saldi. Per ognuno di noi è una necessità vitale, ma per chi guida una nazione, un ente pubblico o privato, un’azienda, un istituto scolastico è un obbligo. Un obbligo inderogabile, specialmente in un momento come quello attuale, per non alimentare paure ben superiori al reale pericolo e che possono generale conseguenze peggiori del male stesso.
Di Carlo Legaluppi
DUE LIBRI A CONFRONTO: LA PAURA NELL’ANIMA, di Valerio Varesi – IL RAGAZZO CHE NON VOLEVA MORIRE, di Vincenzo Sacco
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