DUE LIBRI A CONFRONTO: L’incubo di Hill House, di Shirley Jackson DRACULA, di Bram Stoker
“La paura è la rinuncia alla logica, l’abbandono volontario di ogni schema razionale. O ci arrendiamo alla paura o la combattiamo; non possiamo andarle incontro a metà strada”
Forse azzardo nel dire che “L’incubo di Hill House” è per me un Dracula al femminile, ma senza un lieto fine, anche se il grande capolavoro di Stoker ce l’ha solo apparentemente, a parer mio.
Certo, non c’è il Conte che accoglie all’ingresso e che ci fa decidere se entrare o meno…”Benvenuto nella mia casa, entrate liberamente e di vostra spontanea volontà”;
non c’è Jonathan Harker che accetta l’invito, che è affascinato dal Conte, che si aggira furtivamente per le stanze del suo castello nonostante gli avvertimenti a non farlo;
non c’è il Professor Van Helsing che assolda la sua squadra di cacciatori per far fuori il Conte, ma un tiepido Professor Montague, antropologo, che convoca uno sparuto e inesperto trio di ragazzi, semplicemente per avere conferma che Hill House sia posseduta da presenze sovrannaturali.
E allora cosa mi ha riportato al mio libro preferito?
Le atmosfere, le descrizioni dei luoghi, la nebbia, il gelo, la sensazione che sta per accadere qualcosa di terribile, la paura che ti paralizza, la potenza del nostro libero arbitrio, il tema della follia.
La vera e unica protagonista del libro di questa autrice, fonte di ispirazione per molti scrittori horror, tra tutti Stephen King, è proprio Hill House.
Una casa viva, pulsante di energie negative, diaboliche, soffocanti, un luogo abitato dall’astio e dal rancore…
“ma una casa arrogante e carica d’odio, sempre in guardia, non può che essere malvagia. Era una casa disumana, non certo concepita per essere abitata, un luogo non adatto agli uomini, né all’amore, né alla speranza. L’esorcismo non può cambiare volto a una casa; Hill House sarebbe rimasta com’era finchè non fosse stata distrutta”
Hill House è un po’ come il Conte, anche lui l’antitesi di tutto ciò che è Bene, che è Luce; ma si può estirpare totalmente il Male? Non credo…Dracula è l’altro nostro volto allo specchio, così come Hill House è la parte più buia di noi.
Come il Conte, con grande maestria e carisma, attira le sue vittime, così Hill House, in maniera più rude però, le avviluppa, le inghiotte, piomba loro addosso.
Jonathan Harker accetta l’invito del Conte a “entrare” nel suo mondo, sceglie e dice “SI!”, ma riesce in qualche modo a non soccombere nonostante l’attrazione perversa.
Anche alla protagonista del romanzo della Jackson, Eleanor Vence, viene data la stessa possibilità di scegliere.
“La casa era abominevole. Rabbrividì e pensò, mentre le parole si affacciavano libere alla sua mente, Hill House è abominevole, è infetta; vattene subito di qua.”
E ovviamente anche Eleanor decide di proseguire.
Hill House diventa per lei l’unico luogo dove, paradossalmente, si sente qualcuno, si sente accettata, a Hill House si sente importante, sente che finalmente ha ricevuto la sua dose di felicità.
L’incubo di Hill House è una lettura a più livelli, esattamente come Dracula. Non c’è solo la lotta tra Bene e Male, non c’è solo il racconto delle nostre paure e di come vincerle o no, non c’è solo l’importanza di saper scegliere e la necessità a volte di intraprendere strade traverse per poi giungere sulla via maestra, Hill House può essere vista anche come la follia che piano piano si insinua dentro di noi e là dove trova spazio, deflagra e fa precipitare in un abisso senza ritorno.
Lascio a voi scoprire cosa accadrà a questa casa e a questa ragazza…il finale lascia sgomenti e fa venir voglia di ricominciare a leggere il libro un’altra volta, perché “Hill House ha fama di essere un’ospite insistente: a quanto pare non ama lasciar andare i forestieri”
Buona lettura!
Recensione di Cristina Costa
DUE LIBRI A CONFRONTO: L’incubo di Hill House Shirley Jackson DRACULA Bram Stoker
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