Due libri a confronto:
OHIO, di Stephen Markley
LA BANDA DEI BROCCHI, di Jonathan Coe
Due visioni e due mondi differenti. Due modi di vedere il romanzo di formazione. Due mondi lontani. Due respiri diversi.
Coe, abbraccia un arco temporale di quasi quarant’anni raccontando, attraverso le gesta di un gruppo di amici, le tensioni storiche e politiche del Middle England, attraversato dalle lotte operaie e sferzato dal Thatcherismo. Markley si sofferma su quattro protagonisti che si ritrovano, senza essersi mai persi del tutto, per una serie di coincidenze nel paesino senza speranza di New Canaan. Qui l’arco temporale è più breve, e le vite segnate dalla droga, la disoccupazione e la guerra del Golfo, che si è portata via amici e, letteralmente, pezzi del gruppo.
Coe è elegante, preciso e mai banale nel raccontare cosa si agita nelle menti dei molti protagonisti e comprimari, riuscendo a farci affezionare a tutti quanti i personaggi, rendendoli indelebili. Anche i più antipatici o apparentemente indigeribili. E’ praticamente impossibile non simpatizzare con Ben Trotter, o non odiare Cecily. La prosa di Markley è più essenziale, quasi scarna ma diretta come una sferzata. Solo che, differentemente da Coe, l’esito del romanzo è molto legato alla simpatia o antipatia che suscitano i personaggi, nel momento in cui diventano cliché. Ma non meno politico. Forse l’autore di Ohio affronta troppi temi tutti strizzati in una piccola cittadina, che, appunto sembra senza speranza. Drogo, razzismo, bullismo e chi più ne ha più ne metta. Non un raggio di luce, non una speranza. Chi se ne va non torna, se non in un body bag. New Canaan è un girone dantesco.
Inutile dire che ho apprezzato entrambi i libri. Quello di Markley è un gran bell’esordio. Ma Jonathan Coe… finitela voi la frase
Di Luca Ridondelli
OHIO Stephen Merkley LA BANDA DEI BROCCHI Jonathan Coe
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