E ORA PARLIAMO DI KEVIN Lionel Shriver

…E ORA PARLIAMO DI KEVIN, di Lionel Shriver (Piemme)

Non vi svelo niente se racconto che il sedicenne Kevin è l’ autore di un efferato massacro nella scuola che frequenta.

La storia si apre così.

La madre, Eva, ripercorre, in una serie di lettere indirizzate al marito, tutta la storia della loro famiglia e descrive minuziosamente l’ escalation di crudeltà del figlio , che poi culmina nel famigerato atto che ha condotto Kevin in prigione.

Lettera dopo lettera, la mamma tratteggia il profilo del figlio, fin dalla nascita, senza esclusione di colpi, senza esimersi dalle responsabilità, senza edulcorare la realtà.

Un figlio può nascere cattivo? La crudeltà può essere connaturata in un animo innocente o è la conseguenza di qualche comportamento sbagliato della famiglia. Ed è proprio qui, a mio avviso, il cuore del libro. Che è poi la domanda che ogni genitore si pone: quanto c’è di nostro nel Bene e nel Male che compie un figlio?

Può un figlio diventare crudele solo per vendicarsi di un torto subito in seno alla famiglia o per reazione ad un amore verso i genitori non corrisposto, o infine semplicemente per farsi “vedere” dagli altri?

O al contrario è la stessa mostruosità di una “cattiveria innata” che impedisce ad un genitore di amare un figlio e di conseguenza di salvarlo da se stesso.

Il finale, ancora più straziante delle pagine precedenti, ovviamente non ci dà una risposta.

Questo a mio avviso è un libro che ci lascia senza certezze e senza soluzioni e con molte più domande di quando abbiamo cominciato a leggere.

Dal libro è tratto un film, molto bello ed inquietante

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