EHRENGARD Karen Blixen

EHRENGARD, di Karen Blixen (Adelphi)


La baronessa von Blixen-Finecke nata a Rungsted il 17 aprile 1885 e deceduta a Rungsted il 7 settembre 1962 è stata una scrittrice e pittrice danese, scriveva perlopiù in lingua inglese e poi traduceva le sue opere nella sua lingua materna. Era nota con vari pseudonimi, da Karen Blixen, quello che tutti conosciamo, a Isak Dinesen, con il suo cognome di nascita, e altri ancora come Tania Blixen, Pierre Andrèzel e Osceola.

 

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Personaggio controverso, amato e odiato: è difficile non riconoscerle le sue grandi qualità di scrittrice e pensatrice libera tant’è che è stata vicina ad aggiudicarsi il Premio Nobel più volte, senza però riceverlo. Famoso anche il film tratto dalla sua opera autobiografica “La mia Africa”, (regia di Sydney Pollack, con Meryl Streep e Robert Redford).

Ma la sua passione per la caccia, il suo aver vissuto l’Africa secondo i metodi barbari dei colonizzatori britannici, l’aver rubato le terre keniote per piantagioni di caffè la resero indifendibile agli occhi degli ecologisti e degli abitanti del luogo. Oggi, mi viene quasi automatico, pensare alla giovane e combattiva Greta Thunberg, paladina della salvezza del nostro pianeta.

 

 

Greta Thunberg e Karen Blixen, due figure antistanti, agli antipodi, che esprimono due punte dell’iceberg danese: l’arte e l’impegno politico. In entrambe non mancano forza e determinazione, qualità nordiche che caratterizzano in maniera particolare il popolo danese. “Eherengard” è considerato il coronamento trionfale dell’opera di Karen Blixen, scritto quando lei era mangiata dalla malattia, ormai ridotta all’estrema magrezza, ecco che compone una sinfonia letteraria in tre movimenti: un preludio, una pastorale e un rondò finale.

 

 

È una vera perla di rara bellezza: una storia che passa dal racconto orale alla parola scritta, cresce in una pièce teatrale e infine in un componimento musicale. Tutto questo per immortalare un personaggio di donna che fuoriesce dagli stereotipi e dai ruoli che dovrebbe rispettare: non seguirà la strada tracciata per lei da altri: riuscirà a far vivere la sua forza e la sua bellezza oltre il riconoscimento altrui e unicamente per sua scelta.

Una storia femminista, un personaggio libero che si esprime oltre la trama e la corte, che si muove leggera evitando di farsi sedurre e seducendo tutti nella storia e fuori dalla storia, protagonisti e lettori. Chissà che ne pensa Greta?

Recensione di IO LEGGO DI TUTTO, DAPPERTUTTO E SEMPRE. E TU? di Sylvia Zanotto

 

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