ELEVATION, di Stephen King
Ci sono infiniti modi per raccontare una storia e i suoi risvolti, per lasciarsi trascinare da una metafora che per alcuni profani potrebbe suonare come una assurda, piccola storia.
In ogni libro, ognuno vede ciò che più desidera vedere e ne coglie le sfumature in base allo stato d’animo del momento. Ci si sofferma su una frase o un accadimento che più ci colpisce e dà lì nasce il significato che vogliamo dare.
La storia di Scott è semplice, King crea in poche pagine uno dei suoi tanti personaggi fuori dagli schemi, vuoi per colpe esterne o personali.
Ciò che gli succede è inverosimile, eppure rappresenta, in maniera delicata e sottile, ciò che potrebbe accadere quando si viene colpiti da una malattia.
Il suo percorso, così bizzarro, ci racconta che, nel momento in cui tutto pare scandito da un tempo limitato, cerchiamo il meglio in tutto e tutti e ci circondiamo da chi può farci sentire a casa, capiti e non compatiti.
Pochi personaggi, poche righe e tanto pathos in un finale che spegne le luci non per intimorire, ma per lasciarci sotto la luminosità naturale delle stelle, per salutare chi ha deciso, in qualche modo, di spiccare il volo.
Oltre a tutto questo, vedo in Scott un protagonista che non rimarrà racchiuso in queste pagine, chissà dove lo rincontreremo: forse in un racconto, in una frase brevissima e vaga che ci ricorderà questo piccolo viaggio che conferma la capacità del Re di rendere speciale anche una storia (a)normale.
Recensione di Fiorella Carta
Titolo presente anche nella nostra Rassegna mensile di Settembre 2019
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