EPPURE CADIAMO FELICI Enrico Galiano

EPPURE CADIAMO FELICI, di Enrico Galiano (Garzanti)

Gorizia, ci sono due ragazzi, Gioia e Lo, due adolescenti che si incontrano una sera per caso, un incontro casuale e insperato che cambierà il corso degli eventi. Due anime emarginate dalla società, due cuori che volontariamente si sono chiusi al mondo , anzi , che si sono creati un loro universo personale, scegliendo chi farci entrare e loro, a poco a poco hanno scelto di condividerlo quel mondo anche solo per un breve tratto.

C ‘e’ un professore, il professor Bove insegnante di filosofia , un maestro che sa aprire la mente dell’ alunno, che sa entrare in connessione con esso, scoprendone l’infinito, una persona aperta che accoglie, un uomo sensibile ai problemi del periodo adolescenziale che non si ferma davanti alla superficie, ma che scava nel profondo.

Un docente che con le sue metafore riesce a far riflettere e con Gioia ha un rapporto particolare perché …

Un romanzo dove Galiano sa dipingere con un tratto fermo e preciso i problemi adolescenziali rimarcandone la depressione  l ‘ incertezza, la confusione, lo smarrimento, la voglia di evadere, l’importanza della figura genitoriale e soprattutto il fondamentale supporto che essa deve dare al minore.

Un testo che rileva d’altro canto come lo stesso genitore a volte, si possa trovare impotente o sprovveduto davanti ai problemi di quest’ età fragile , dove l’ineguatezza o l’ignoranza difronte alla psiche umana del giovane, possa far traballare le sue certezze e la paura o l’ansia davanti all’inesperienza del tema, possa portarlo all’incapacità di affrontare con adeguata preparazione e prontezza la situazione.

Una momento, quello dell’età giovanile, molto delicato dove l’adulto gioca un ruolo importante, dove il proprio operato può essere determinante per il mondo degli acerbi al punto di comprometterne il futuro.

Galiano tratta con delicatezza queste problematiche, toccando le fragilità, la psiche e le facili malattie mentali che possono intercorrere in questo difficile periodo, osservando come la società rimane inerme e quasi impassibile davanti a tale disagio, dissociandosi da esso.
Un racconto filosofico che esala pensieri positivi nonostante il tema trattato, sapendo varcare con cautela e con passo felpato la soglia del mondo dei ragazzi e cercando di entrare in connessione con loro tramite le sembianze del professor Bove.

Un testo che mi ha messo in sintonia con la protagonista, facendomi rivivere la mia adolescenza, ma che mi ha anche reso protagonista nel ruolo di genitore, mi ha permesso di riflettere su me stessa mettendomi a nudo, facendomi comprendere quanto i due ruoli : giovane e adulto possano essere entrambi indigesti ed il loro compito arduo e difficoltoso se non comandato da menti aperte al mondo dell’altro

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