ERAVAMO LUPI, di Sandrine Collette (E/O – marzo 2024)
Da quasi vent’anni Liam ha scelto di vivere in montagna, lontano dal mondo. Si guadagna da vivere cacciando e da diversi anni condivide il suo rifugio con Ava, che gli ha dato un figlio. Un giorno, di ritorno dalla caccia, trova la moglie morta, uccisa da un orso. Nascosto sotto il corpo coperto di sangue, Aru, suo figlio di cinque anni, è vivo.
Al di là dell’orrore e della rabbia, Liam si interroga. Come prendersi cura di questo bambino che conosce a malapena, in una casa a molte ore di cammino dalla più vicina? Chi si prenderà cura di lui quando andrà a caccia? Come si fa a far crescere un bambino in questa natura selvaggia in cui ha scelto, tanto tempo fa, di vivere?
Liam inizia un viaggio a cavallo per affidare il figlio ai parenti. Ma le cose non vanno come aveva previsto, e lui fa fatica a contenere la rabbia che monta dentro di lui. Fino a che punto si spingerà il suo odio? Riuscirà a intraprendere una strada diversa da quella tracciata dalla violenza del suo passato?
Liam non ha nulla da cui attingere per essere un buon padre. Un’infanzia sotto il giogo di genitori violenti non gli ha insegnato nulla su come prendersi cura di un bambino. Non capisce nemmeno cosa sia questo fragile esserino che lo preoccupa. E non vuole abbandonare la sua vita in montagna, vita che ha scelto diciassette anni prima.
In una storia svolta in prima persona e senza tante virgole, come un flusso di pensieri dal quale non si scappa mai, accompagniamo Liam nei recessi più oscuri della sua mente, a volte fino all’inimmaginabile.
La scrittrice costruisce il suo romanzo come un ripido sentiero di montagna, con una lenta salita dove la tensione sale inesorabilmente, fino a una scena di violenza parossistica, una scena di cambiamento che porta il romanzo su un pendio più dolce, e Liam su un cammino che forse gli permetterà di imparare a prendersi cura del figlio e di proteggerlo.
Sandrine Collette ha scritto un romanzo affilato come una lama, riuscendo, in un testo conciso, a stabilire una tensione palpabile in ogni pagina, mentre esplora il mondo e l’animo umano fino alle sue profondità più abissali
Recensione di Moreno Migliorati
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