ESERCIZI DI STILE, di Raymond Queneau
Recensione 1
Un tizio dall’aspetto peculiare sale su un autobus, ha qualche diverbio con altri passeggeri finché non trova un posto a sedere; poco dopo si incontra con un amico che gli consiglia di aggiungere un bottone al suo soprabito… Questa è la storia raccontata nel libro, un evento di per sè semplice, banale, una scena di vita quotidiana come tante che ne capitano quasi routinariamente. La particolarità di questo testo infatti non è la trama ma bensì il fatto che questo breve momento venga raccontato in 99 modi diversi, cambiando punti di vista, stile, genere letterario e usando diverse figure retoriche.
Ne deriva non solo un gioco stuzzicante (non a caso prefazione e postfazione sono ad opera di Umberto Eco e di Stefano Bartezzaghi) ma anche un messaggio forse leggermente artificioso ma efficace sul potere della comunicazione, su come ogni evento possa prendere delle sfumature differenti a seconda del registro utilizzato, del punto di vista e dell’intento del narratore. Una raccolta di esercizi di stile, come recita il titolo, molto suggestivo e interessante, un gioco stuzzicante sul potere della lingua e del suo utilizzo.
Recensione di Enrico Spinelli
Recensione 2
“Chi ha detto che il romanzo è morto? In questo nuovo e travolgente racconto l’autore, di cui i lettori ricorderanno l’avvincente “Le scarpe slacciate”, fa rivivere con asciutto e toccante realismo dei personaggi a tutto tondo che si muovono in una vicenda di tesa drammaticità, sullo sfondo di lancinanti pulsioni collettive. La trama ci parla di un eroe, allusivamente indicato come il Passeggero, che in mattina si imbatte in un enigmatico personaggio, a sua volta coinvolto in un duello mortale con uno sconosciuto. Nella allucinante scena finale, ritroviamo il misterioso personaggio dell’inizio che ascolta con assorta attenzione i consigli di un ambiguo esteta.
Un romanzo che è al tempo stesso di azione e di stranite atmosfere, una storia di terso e spietato vigore, un libro che non vi lascerà dormire.”
Questo è uno dei 99 esercizi di stile in cui si cimenta Queneau (e il traduttore Umberto Eco, nella edizione italiana) per raccontare una “banale” storiella di due tizi su un autobus. Una cosetta di poche righe. 99 volte la stessa storia, scritta in vario stile, interpretata talvolta con l’uso di diverse figure retoriche. Ad ogni modo, mai la stessa storia esatta spiaccicata: in ogni variazione c’è un qualcosa che aggiunge, toglie o modifica le sfumature della storia stessa. Talvolta e’ illeggibile, incomprensibile: eppure la storia e’ sempre tutta dentro quell’alternarsi a volte apparentemente (ma solo apparentemente) privo di senso di lettere, parole, frasi.
Come cambiano le storie a seconda di come le si racconta. Come possono essere nascoste nelle pieghe incomprensibili di un’altra storia (a sua volta spesso incomprensibile). Come vadano interpretate. Come ci si possa giocare.
Un libro sorprendente che meriterebbe molte letture. Un libro geniale, con una traduzione che ha del miracoloso.
C’est l’amour
Lo conoscete? Che ne pensate?
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