Valerio Varesi è più conosciuto come autore noir, ma, in realtà, oltre a questo nuovo romanzo ne ha scritti altri tre di genere storico-politico, poi riuniti in un unico volume, dal titolo: “Trilogia di una Repubblica”, romanzi, peraltro, da me già recensiti.
Ciò detto, debbo ammettere che sono rimasto abbastanza sorpreso quando ho scoperto quest’ultima fatica di Valerio. Mi permetto di chiamare Varesi per nome, avendolo conosciuto di persona.
Un libro dedicato a Teresa Noce, alla sua vita, infatti, non è certamente una scelta comune di questi tempi. Tra l’altro, debbo ammettere che io, come tanti, conoscevo la figura di Teresa Noce solamente in modo superficiale, più che altro per sentito dire.
Sono quindi ad esprimere, in primis, la mia gratitudine a Valerio per avermi fatto conoscere una persona che, tra le altre cose, ha rivestito un ruolo fondamentale nella fondazione della nostra Repubblica.
Teresa Noce è stata ed ha fatto tante cose: a dodici anni sartina, poi operaia, rivoluzionaria, tra i fondatori del primo Partito Comunista in Italia, nel 1921, antifascista, combattente nella guerra civile spagnola, esule prima in Unione Sovietica poi in Francia e in Svizzera, poi internata, partigiana, parlamentare, sindacalista nei tessili, scrittrice e, soprattutto, una donna con una personalità davvero straordinaria.
Teresa Noce è stata anche una femminista ante litteram, poiché lo era già da prima che esplodesse in Italia il movimento femminista.
Valerio racconta la vita di “Estella”, questo era il nome di battaglia di Teresa partigiana, immedesimandosi in lei. Si tratta, infatti, di un romanzo, non di un’autobiografia, anche se basato sugli scritti di Teresa e sulla testimonianza diretta del figlio Giuseppe, detto “Putisc”.
Come in ogni romanzo, vi sono parti parzialmente inventate, che Valerio pensa comunque aderenti alla realtà.
Ciò che colpisce è proprio la capacità dell’autore di immergersi nell’intima quanto complessa personalità di una donna che ha vissuto tanti momenti esaltanti, ma anche tante delusioni e momenti di sconforto, sia sul piano personale che su quello politico.
Teresa Noce, infatti, nonostante che sia considerata tra coloro che hanno scritto la nostra Costituzione, è stata presto dimenticata.
Il partito, non le perdonò l’essersi ribellata, soprattutto in quanto donna, a diverse situazioni, comprese le umiliazioni che suo marito, Luigi Longo (Segretario del PCI dopo Togliatti) le fece subire. Il partito e in generale i militanti, non le perdonarono mai il suo carattere indipendente e coraggioso.
Dal punto di vista politico, Teresa Noce ha vissuto esperienze quasi incredibili, a ripensarci oggi.
Di origini proletarie, iniziò a lavorare giovanissima in casa, come sartina, e in fabbrica, alla FIAT, come tornitrice, dove scelse subito da che parte stare, e non certo da quella dei padroni.
Fu quindi abbastanza naturale per lei aderire al Partito Comunista che venne fondato a Livorno nel 1921.
Arrestata dopo poco per le sue attività antifasciste fu incarcerata per breve tempo a San Vittore per poi partire, una volta uscita dal carcere, per l’esilio in Unione Sovietica assieme al marito Luigi Longo. Successivamente si trasferirono in Francia e poi in Svizzera. Nel ’36 partecipò alla Guerra di Spagna dovendo abbandonare per alcuni anni i figli. Partecipò poi alla Resistenza in Francia, venendo poi arrestata e internata in diversi campi, tra i quali quello di Ravensbruck.
Una volta tornata in Italia, partecipò attivamente alla costruzione della nuova Repubblica sia come deputata che come sindacalista e, soprattutto, alla lotta per i diritti delle donne, nella convinzione che non vi possa essere libertà in un mondo dove la metà di esso non ha gli stessi diritti dell’altra.
Poi, gradualmente, venne relegata sempre più ai margini della vita politica e, infine, dimenticata.
Ma anche la sua vita privata non è stata meno intensa, sempre intrecciata con quella pubblica.
Madre di tre figli, di cui uno che morirà in tenera età per meningite, costretta dalla vicissitudini della vita a non vederli con continuità, moglie di Luigi Longoil quale, purtroppo, non le risparmierà amarezze di vario tipo, ebbe una vita privata assai intensa, anche con tante soddisfazioni, ma complessivamente non meno tribolata di quella pubblica.
Per lenire le sue ferite, Teresa Noce si metterà pure alla prova nella scrittura per ragazzi, ottenendo buoni risultati, anche se non smetterà mai di lottare, fino alla fine.
Questo di Varesi è un libro che vale la pena di leggere anche per capire meglio diverse cose, sia sul versante storico-politico che su quello umano.
Recensione di Algo Ferrari
Commenta per primo