ESTRANEI, di Taichi Yamada (Nord – febbraio 2024)
Estranei è ambientato a Tokyo, durante un’estate degli anni ’80. Harada, sceneggiatore televisivo piuttosto famoso, ha quarantasette anni, è divorziato da poco e si è trasferito in un appartamento in un complesso di uffici. Di notte l’edificio si svuota e lui pensa di essere l’unico a vivere effettivamente in questa torre. Si è allontanato dal figlio ormai adulto, i suoi genitori sono morti e non ha molti amici. In altre parole, è solo.
Durante quell’estate accadono due cose. Per prima cosa incontra Kei, un contabile che vive anche lei nello stesso edificio. Pensava di essere lì da solo dopo l’orario di lavoro ma non è così, ha una vicina. Presto si conoscono e iniziano una relazione.
Poi, sentendosi un po’ fuori posto dopo il divorzio, faticando un po’ ad adattarsi alla sua ritrovata condizione di single, Harada decide di tornare ad Asakusa, il quartiere di Tokyo in cui è cresciuto. Vuole rivedere la casa della sua infanzia. Quando arriva lì, incontra i nuovi inquilini, che assomigliano molto ai suoi genitori morti da tempo e che lo accolgono nella loro casa.
Come si evolverà la relazione di Harada con Kei? Chi sono le persone che vivono nella casa della sua infanzia? Harada è un uomo di mezza età che deve rivalutare la sua vita dopo il divorzio. La sua carriera è di successo ma non del tutto appagante. Il suo matrimonio è andato in pezzi e non ha alcun contatto con suo figlio. Si sente alla deriva e cerca di tornare alle sue radici e di trovare conforto in Kei. Molto bello il tono nostalgico del romanzo e la coltre di malinconia che si deposita sulle spalle di Harada. Vuole tornare in un luogo felice e lo cerca nei ricordi d’infanzia. Ma quanto tutto questo può essere distruttivo?
Raccontare di più rovinerebbe il romanzo ai potenziali lettori, quindi basta così. Dirò solo che il finale è stato una sorpresa e che non è il genere di libri che leggo di solito ma mi è piaciuto comunque. Yamada descrive Tokyo con affetto e la città diventa una parte importante di questa storia suggestiva. Le visite di Harada ad Asakusa, le descrizioni della zona, dei suoi negozi e ristoranti danno una buona visione del quartiere, un piede nel passato e un piede nel presente. Recentemente dal romanzo è anche stato tratto un film.
Recensione di Moreno Migliorati
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