Europa 33, di Georges Simenon
Simenon ha deciso di fare un giro con la macchina fotografica. Quello che ne viene fuori è questo libro.
Lo scatto che fa però non riguarda i magnifici panorami europei, no, è qualcosa di molto più diretto, crudo, straniante. È l’anno 1933 e, nel suo viaggio da reporter, ci porta in una Europa che non si è per niente ripresa dallo shock del primo conflitto mondiale e ha imboccato il binario verso l’abisso. I suoi scatti sono delle istantanee che scalfiscono la dignità umana.
Non bussa alle porte dei ministeri e dei parlamenti, ma a quelle delle fattorie, delle case operaie e delle botteghe e ciò che trova è la Fame, non quella che dà la spinta alla Rivoluzione, ma quella che disintegra l’Uomo nella sua accezione esistenziale a tal punto da spingerlo nel vuoto dell’apatia.
È un reportage sofferto, rubato nei momenti in cui riesce a penetrare le maglie della censura e propaganda di stato del blocco sovietico.
Lo consiglio…
per non dimenticare…
per non riviverlo.
Recensione di Antonio Trotta
Europa 33 Georges Simenon
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