FEBBRAIO 1933. L’inverno della letteratura, di Uwe Wittstock (Marsilio – febbraio 2023)
Un mese. Basta soltanto un mese. Il 30 gennaio 1933 viene conferito ad Hitler l’incarico di Cancelliere del Reich. Il 28 febbraio, il giorno dopo l’incendio del Reichstag, viene emanato il “Decreto per la protezione del Popolo e dello Stato” che elimina di colpo i diritti civili.
“Hindenburg firma senza esitare. Il secondo decreto serve anzitutto a introdurre la pena di morte per determinati reati politici. Il primo, di portata assai più vasta, abolisce tutti i principali diritti fondamentali. Da oggi non ci sono più limiti alle prevaricazioni dello Stato. La libertà di parola, di stampa, di associazione e di riunione, il segreto postale e telefonico, l’inviolabilità del domicilio e della proprietà vengono soppresse. E così i diritti alla libertà personale: d’ora in poi la polizia può arrestare chiunque a proprio piacimento, prolungando il periodo di reclusione illimitatamente e impedendo il contatto del detenuto con la sua famiglia o con un avvocato. In altre parole: entro i confini della Germania chiunque è in balia dell’arbitrio del governo e delle autorità. Il terrore ha la strada spianata. La soppressione dei diritti fondamentali vale nominalmente solo «fino a nuovo ordine». Ma entrambi i decreti firmati nella giornata di oggi rimarranno in vigore per l’intera durata del regime nazista. Lo Stato di diritto è abolito. […] La dittatura ha inizio.” p.214
Uwe Wittstock, critico letterario e saggista, è stato redattore della «Frankfurter Allgemeine Zeitung» e della rivista d’informazione «Focus» e vice-capo della sezione di approfondimento del quotidiano «Die Welt». Ha ricevuto il premio Theodor Wolff, un prestigioso riconoscimento per la stampa tedesca.
Wittstock concentra la sua attenzione, in questo libro, su ciò che accadde nel mondo della cultura ed ai suoi protagonisti: come reagirono, cosa ne fu di loro. Innanzitutto, nessuno era riuscito a prevedere quello che sarebbe successo. Nei giorni convulsi che seguirono l’insediamento del nuovo Cancelliere, Thomas ed Heinrich Mann, Klaus ed Erika Mann, Alfred Döblin, i Wedekind, Joseph Roth, Bertold Brecht, Erich Maria Remarque, Georges Grosz, Leo Feuchtwanger, Anna Seghers, Bernhard von Brentano e tantissimi , sbigottiti e frastornati si interrogano e discutono sul da farsi mentre è già, immediatamente, iniziata “la caccia” all’intellettuale. Le campagne diffamatorie, le perquisizioni, i primi agguati, i pestaggi sempre più frequenti, gli arresti immotivati… La lista degli intellettuali in pericolo è lunga, Wittstock non può che seguire il percorso di un numero limitato di essi ma sappiamo che tutte le eccellenze della cultura tedesca del tempo – scrittori, drammaturghi, pittori, architetti, attori, musicisti, grandi direttori d’orchestra e concertisti, giornalisti, filosofi, editori, direttori dei più prestigiosi teatri della Germania si trovarono improvvisamente davanti alla scelta fatale: aderire al nazismo oppure…
Molti di loro erano ebrei. Certo, le uccisioni di massa hanno avuto inizio solo più tardi e nessuno – nemmeno i più pessimisti – potevano immaginare l’inimmaginabile, ma già nel 1933 si è in realtà deciso chi avrebbero riguardato.
“chi doveva temere per la propria vita e quindi scappare e chi si faceva avanti per far carriera al seguito dei carnefici. Mai prima di allora così tanti scrittori e artisti hanno lasciato il proprio paese nel giro di così poco tempo.”
Il libro, basato su un’ampia bibliografia e documentazione (tutte le fonti sono citate) ha un incalzante taglio narrativo e cronachistico. I percorsi dei singoli, le scelte diverse, i diversi esiti finali sono narrati praticamente giorno per giorno con tutti i loro dubbi, le loro paure, le loro esitazioni, le loro certezze. Chi ce la fa e chi non ce la fa, chi sceglie l’esilio che salva la vita ma distrugge l’identità, chi decide di tagliare definitivamente ogni ponte dietro di sè, di rinnegare per sempre la Germania. Le figure che Wittstock sceglie di seguire da vicino, giorno dopo giorno, sono rappresentative del variegato universo culturale di un Paese che ha dato moltissimo alla cultura mondiale ma che nonostante tutto non è stato in grado di prevedere la catastrofe che sarebbe piombata su tutti (intellettuali e non) all’improvviso.
Non faccio certo spoiler dicendo che l’ultimo capitolo intitolato “Cosa è accaduto in seguito. 33 brevi biografie” Wittstock racconta come si sono concluse le vite di quegli artisti che sono riusciti ad aver salva la vita. Spesso, purtroppo, non sono stati in grado di creare più nulla. La perdita della loro terra, delle persone care, delle radici aveva inaridito la loro creatività per sempre.
“Per distruggere la democrazia, agli antidemocratici è bastato poco più di un mese. Chi fosse partito alla fine di gennaio lasciando uno Stato di diritto, si sarebbe ritrovato al ritorno, quattro settimane dopo, in una dittatura”
Un libro da leggere e che rimane purtroppo sempre attuale perché ci ricorda ancora una volta che «quanto siano preziosi la democrazia e il diritto diventa evidente appena iniziano a scomparire».
Recensione di Gabriella Alù
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