FIGLIA DELLA CENERE, di Ilaria Tuti (Longanesi – giugno 2021)
Ho centellinato le pagine di questo romanzo per non scoprire di dover dire addio al commissario Teresa Battaglia.
Abbiamo imparato a conoscere la sua abnegazione al lavoro e la sua capacità di entrare in rapporto empatico con i carnefici da “Fiori sopra l’ Inferno“. Abbiamo cominciato con lei a calarci nel suo personale inferno con “Ninfa dormiente“. Abbiamo cominciato a vedere il male dormiente e la sua voglia di redenzione con “Luce nella notte“. Ma è solo con “Figlia della cenere” che conosciamo veramente e per la prima volta “la commissaria” Teresa Battaglia. In questo romanzo Teresa deve calarsi di nuovo nel suo inferno vuoto, dovrà ancora sentire le ferite bruciare come lava di vulcano e insieme a lei riannoderemo i nodi di una lunga e atipica amicizia. Come tessere di un mosaico, vedremo riaffiorare trent’ anni di vita di Teresa, almeno finché l’ Alzheimer glielo lascerà ricordare. È tempo per la commissaria di prepararsi a lasciare il suo lavoro, passare il testimone a Marini, preparare la sua casa per la sua mente devastata. Ma la sua “famiglia non di sangue” sarà pronta a lasciarla andare? E soprattutto Giacomo Mainardi, riuscirà a fare a meno di lei, l’ unica che lo abbia mai capito?
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