FINE DI UNA STORIA Graham Greene

FINE DI UNA STORIA, di Graham Greene (Sellerio – gennaio 2024)

Come inizia una storia d’amore? Come si percepisce nel momento in cui si inizia una relazione?

Tutti abbiamo sentito che quei primi momenti, settimane, mesi sono attimi rubati ad una felicità intensa, potente, carica di aspettative; una felicità appagante, completa, coinvolgente, inebriante.

Un periodo che permette di apprezzare l’altro, vivere istanti romantici e godere della presenza dell’altro che risplende e ci illumina, ci riscalda e con il quale possiamo fare piccoli-grandi progetti, mentre gli altri pensieri del vivere quotidiano sembrano lontani migliaia di chilometri.

Ma se una storia d’amore nasce e si sviluppa all’interno di un ” triangolo amoroso”?

È di questa dimensione che il famoso scrittore britannico ci narra in questo romanzo che scava fin nel midollo dei suoi personaggi; una narrazione complessa e raccontata da più di un punto di vista.

Un amore che scoppia feroce, potente, rabbioso nel 1941, così come sono potenti e rabbiose le bombe naziste che cadono sulla capitale inglese.

Maurice Bendrix, scrittore di successo, e Sarah Miles, adulteri, si trovano sotto attacco del nemico e, forse ancor più assetati da questa febbrile precarietà, si amano con passione, spudoratamente, in qualche stanza abbandonata, nella semi oscurità della notte, dietro una porta semichiusa, con la beffarda paura di essere uccisi, in un sottile limite tra la vita e la morte, ma paghi di una felicità che annienta la guerra.

A casa ad attendere la moglie come sempre c’è l’ignaro marito Henry, alto funzionario governativo, che ama con pacatezza ed enorme rispetto sua moglie.

Maurice e Sarah bruciano d’amore, ma improvvisamente un giorno la donna tronca di netto la relazione, in modo del tutto inspiegabile.

C’è un momento ben preciso della storia in cui prenderà inizio il punto di vista di Sarah e da lì si comprenderanno le ragioni che per Maurice sono del tutto incomprensibili, ma che il lettore scoprirà prima di lui e in un certo senso lo accompagneranno nella comprensione di quella scelta.

Qualche anno dopo, quando ormai la pace è ritornata sulla terra, Maurice incontra casualmente Henry. In confidenza gli racconta che, forse, la moglie ha un amante.

Sconvolto dalla notizia lo scrittore, roso da una gelosia infuocata (come si svolgesse dentro di lui una personale guerra perché ripensava a tutto ciò che quell’amore aveva prodotto in lui) diventa quasi un secondo marito che cerca paradossalmente (sì proprio lui) le prove del tradimento e promette di aiutarlo a scoprire l’arcano. Ma ciò che si svelerà non avrà termini di paragone e prenderà forma e consistenza da una promessa, alla quale Sarah cercherà in ogni modo di “prestare fede”.

Un romanzo che ho trovato di una bellezza travolgente. Una narrazione che racconta la fatica, il turbamento, la feroce gelosia, la pace, l’affetto, l’amore. Conflitti interiori descritti in tutta la loro sincerità, non privi quindi di dilanianti contraddizioni, così come lo sono le persone.

Sarah, Maurice ed Henry vivono di solitudini che desiderano colmare in differenti modi; anelano l’amore anche se lo chiamano o interpretano in modo diverso, ma è qualcosa che comunque, come esseri umani, non possono farne a meno e l’autore offre un percorso di riscoperta per tutti loro.

Il cammino è però complesso, tortuoso, pieno di domande e poche risposte, di non detti, di silenzio assordanti, di lotta interiore, di perché infiniti.

Una verità sconvolgente verrà a galla e comporterà lo spostamento di piani di senso.

Ma forse per ognuno di loro c’è un piccolo gesto, un pensiero che li renderà partecipi l’uno dell’altro.

Citazione preferita: “In quel momento mi accorsi che dormiva. Esausta per via della fuga si era addormentata sulla mia spalla come tante altre volte, nei taxi, sugli autobus, sulla panchina di un parco. Rimasi immobile e la lasciai dormire. In quella chiesa buia non c’era niente che la potesse disturbare. Le candele tremavano intorno alla vergine, e non c’era nessuno oltre noi. Il dolore che cresceva lentamente nella parte superiore del mio braccio, dove lei si appoggiava, era il piacere più grande che avessi mai provato”.
Durante la lettura ho immaginato un fiammifero che sprigiona la sua fiamma , che presto si brucia e si consuma, ma al contempo lascia qualche anello di fumo nell’aria e in quell’aria trovano rifugio gli amanti.
Buone letture!

Recensione di Elisabetta Baldini

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