Follia – Patrick McGrath
L’autore in queste pagine ha raccontato un po’ del suo vissuto: figlio di uno psichiatra McGrath spende buona parte della sua infanzia nei pressi del manicomio criminale di Broadmoore, sfondo di questa storia.
Con questo libro McGrath riesce a condurci nel baratro della malattia mentale e del disagio psichico grazie alla sua esperienza; la figura dello psichiatra, ispirata al padre, offre un’analisi lucida e approfondita.
Il risultato è un libro che cattura, direi un libro magnetico: una volta iniziato doverne interrompere la lettura dispiace ma, devo dire, il merito – secondo me – è della scrittura piuttosto che della trama.
Se il lettore rimane sullo sfondo, osservatore giudicante sicuramente nutre sentimenti negativi nei confronti di tutti i personaggi, il comportamento di ognuno genera perplessità o addirittura sconcerto.
Se, invece, chi legge entra nella storia e interagisce empaticamente con quei poveri personaggi, viene risucchiato da un gorgo di angoscia e dolore, precipita in una spirale soffocante di disagio, sconvolto dal pensiero di quanto sia labile il confine fra normalità è follia.
Ma veniamo alla storia.
Inghilterra 1959, la famiglia Raphael si stabilisce nella dépendance di un manicomio.
Max, ambizioso psichiatra, è stato assunto come vicedirettore della struttura.
Stella, moglie dimessa e gentile si occupa della casa e del figlio Charlie.
Tutto procede in modo incolore… ma qualcosa (o qualcuno) arriva a turbare questo quadretto familiare.
Da quel momento nulla sarà come prima: al centro della vicenda Stella, che sorprende tutti (e forse anche se stessa) scegliendo la trasgressione e finendo per essere vittima di se stessa.
Erano davvero felici, prima che “ tutto” avesse inizio?
Stella è mossa dal cuore o da un’ossessione sessuale che non le lascia scampo?
Edgar che ruolo ha nella storia? È un semplice catalizzatore o uno spudorato manipolatore? Una pedina o uno scellerato stratega?
Max, il povero marito, merita davvero il compatimento che il lettore istintivamente è pronto a provare? O forse è un marito lontano e distratto che non ha mai dato a Stella le attenzioni di cui aveva bisogno?
La voce narrante è quella dello psichiatra Peter Cleave che ha in cura i protagonisti di questa dolorosissima storia…ma siamo sicuri che non abbia, anche lui, qualche problema e che non nasconda secondi fini?
L’ultima frase “ E naturalmente ho lui.“ pronunciata proprio da Cleave lascia aperta la porta a numerose e inquietanti letture.
Recensione di Gabriella Calvi
FOLLIA Patrick McGrath
Sono, in piccola parte, in disaccordo con la recensione stesa da Gabriella Calvi. In particolare penso che la trama sia molto interessante e mi ha coinvolto. Viene spontaneo pensare che la storia narrata possa essere correlata a fatti simili reali e per quanto mi riguarda ho conosciuto forse più di una persona che presentava una ‘sindrome’ analoga a quella di Stella. Per il resto sono completamente d’accordo con la perfetta recensione.