FRATTURA, di Andrés Neuman
Il kintsugi, (letteralmente “riparare con l’oro”), è una pratica giapponese che consiste nel riparare oggetti in ceramica utilizzando la polvere d’oro. In questo modo l’oggetto riparato assume più valore di quando era integro.
Yoshie Watanabe è sopravvissuto per caso alle bombe di Hiroshima e di Nagasaki, dove ha perso genitori e sorelle.
È il vaso rotto che cerca nella vita l’oro necessario a riparare le sue fratture.
Guidato da una ferrea volontà, Yoshie lascia Tokyo e inizia a viaggiare per lavoro. Ad ogni avanzamento di carriera, uno spostamento: Parigi, poi New York, Buenos Aires, Madrid.
E in ogni città un amore, una manciata di polvere d’oro che contribuisce a restituirgli la solidità necessaria per ritornare nel suo paese.
Poi, nel 2011, il disastro di Fukushima; qualcosa si smuove in Yoshie che, ormai pensionato, vive a Tokyo. Le cicatrici ormai quasi dimenticate si fanno sentire di nuovo e lo spingono irresistibilmente verso il luogo da cui hanno avuto origine tante nuove fratture.
La storia di Yoshie è raccontata dalle quattro donne che lo hanno amato nelle città dove ha vissuto; grazie all’indiscutibile bravura dell’autore, sembrano quattro penne diverse.
Questo artificio rende più agile un libro veramente bello che rischiava di essere molto angosciante; il risultato è un messaggio di serenità e di resistenza ai colpi della vita.
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