FUGHE INCROCIATE, di Fulvio Tomizza (Bompiani)
Nel clima della Controriforma, a cavallo tra Cinquecento e Seicento, tra le terre di frontiera di Veneto e Friuli, si incrociano a perpendicolo due storie di opposte conversioni dall’ebraismo al cristianesimo la prima, dal cristianesimo all’ebraismo la seconda. Ci aspetteremmo folgorazioni sulla via di Damasco, tumulti interiori, tormentate apostasie dello spirito, quando invece ci imbattiamo in un sottobosco di mercanti e artigiani, un popolo minuto che fa di conto per la convenienza del caso, dove fughe, menzogne e tradimenti sono all’ordine del giorno.
Ci stupisce ancor di più come quell’Inquisizione, che in quei tempi condannò Giordano Bruno e Galileo Galilei, sia in queste vicende, basate su fatti realmente accaduti riportati dagli annali, aperta a una convivenza in nome della reciproca tolleranza tra le due religioni monoteistiche. Tomizza, a suo agio in narrazioni dai contorni mitteleuropei, adotta un linguaggio arcaicamente barocco, che un po’ appesantisce il ritmo delle vicende, in sé gradevoli e prodighe di spunti di riflessione sul giorno d’oggi.
Recensione di Riccardo Del Dotto
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