GERMINALE, di Émile Zola
Germinale di Émile Zola è un libro dalle grandi aspettative, ti coglie e travolge per la sua estrema durezza e verismo, stile che percorreva il quel periodo storico, noi in Italia avevamo il Verga per citarne uno.
C’è un paese che avanza indugiando sul freddo e sul cibo che scarseggia, che quasi manca del tutto e uomini neri, neri di carbone e donne e giovani, dagli 11 anni, già a lavorare in miniera, ancora più nere dello stesso carbone e che trascinano carri ed estraggono con mani che ormai non hanno più unghie quel fossile nero, mentre c’è sempre chi si riempie la panza e mi viene da collegare subito questa esasperazione con ‘La Fattoria degli animali’ di Orwell che ho appena finito, due libri di epoche distanti ma che raccontano in maniera differente, Zola tragico e reale, Orwell satirico e ironico, la stessa medesima carica di spirito della ribellione che poi esaurisce, l’uno per la fame e la morte di scontri così violenti che ti trasale nella lettura e non nascondo che qualche lacrima m’è scappata leggendolo, l’altro in una beata ignoranza, come se fossimo capre destinate a seguire per sempre un capo.
Il romanzo narra in una bellezza unica che mi ha travolto, dell’esistenza di una famiglia, fra le tante, che vive di bocconi a prestito, di disgrazie ma anche di giovani che si lanciano nell’amore scurrile per dimenticare ciò che vivono, per assaporare almeno in parte una qualche beltà della vita e cioè quella del godimento che sprigiona varie volte in figli, figliastri, liti e selvagge occasioni di sfrenata goduria, in un tempo in cui tutto era fame e sottomissione e decade l’idea che due persone per passare una notte insieme debbano essere sposate, soprattutto in quell’epoca, in questo borgo lustrato di polvere nera, invece ci appare, forse, per come davvero le cose accaddero e accadono, perché il bel pensiero e il bel pensante, sono sempre differenti dal vero e dalla realtà dei fatti.
E’ un libro che incita alla lotta, a non mollare per i propri ideale e seppure abbia un finale triste e disilluso, ci incoraggia ugualmente a cercare di lottare affinché i nostri diritti ci vengano riconosciuti.
Un capolavoro terribile come dice la copertina..
Recensione di Leali Marusca
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