GIOVINETTE. LE CALCIATRICI CHE SFIDARONO IL DUCE, di Federica Seneghini
1933 Il calcio non è per le donne. Ne rovina l’eleganza del corpo e della postura…se prendono una pallonata “li” non potranno avere figli!…nel suo manuale il dottor Poggi Longostrenile, sosteneva che“la donna è, e DEVE restare sinonimo di grazia e di gentilezza e altri stereotipi ancora per negare di praticare questo sport” maschile” alle donne.
Anche se abbiamo un splendida nazionale di calcio e molte squadre femminili che giocano ad alti livelli e un campionato specifico, il calcio femminile non ha la giusta attenzione che merita e meriterebbe.
Oggi le calciatrici hanno la divisa uguale agli uomini ma all’epoca scendevano in campo con i calzettoni e la gonna nera per non offendere la morale. Il portiere della squadra doveva essere maschio. Una imposizione alla quale non si poteva dire di no così come, tutte, dovevano avere l’autorizzazione dei genitori per far parte della squadra. Il romanzo ha basi storiche ben documentate e qualche personaggio di fantasia.
Ti restano in mente: Rosetta, sedici anni innamorata del calcio. Giovanna, per cui l’avventura della squadra è anche un gesto politico. Marta determinata a combattere per la libertà di giocare, la Strigaro che scrive ai giornali, la caparbia Lucchi che stenta a vincere l’opposizione paterna…Tutte amano il gioco e formano una squadra ben strutturata. Vorrebbero chiamarsi Inter e non Ambrosiana Inter come ha imposto il Regime alla famosissima squadra, del campionato maschile.
Ai loro allenamenti saranno presenti molti personaggi di spicco tra cui Meazza. Man mano che il gruppo si allarga, diventa una vera formazione e comincia a far parlare di sé sui giornali e il regime entra in allarme: “non si vogliono giocatrici ma madri”.
Perché non darsi all’atletica come la nota ondina Valla? anzi gli osservatori inviati dal regime le “esaminano” solo nella corsa” chissà che tra voi non ci sia una nuova Valla”! così dicono…
Un romanzo da leggere, un romanzo di una grande amicizia e di un amore sviscerato per il calcio e anche un modo per contestare il regime.
Recensione di Lidia Campanile
Presente nei 5 romanzi più belli tra i meno reclamizzati del 2020
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