GLI ANNI DELLA POLVERE, di Susanne Abel (Nord – marzo 2022)
In questo romanzo la storia privata di un giovane uomo, single e affermato giornalista tv, alle prese con la crescente demenza senile della madre, Greta.
Dall’iniziale negazione del problema, all’ insofferenza, alla seccatura per dover mettere da parte la sua vita privata e professionale, alla comprensione, passando per la tenerezza nei confronti della madre e per la curiosità nei confronti del suo passato.
Un passato di profuga tredicenne dalla Germania orientale alla fine della guerra, in fuga dall’avanzata russa – i terribili russi rapitori e violentatori di donne. Passato che si riflette nel presente del figlio giornalista, che per una di quelle strane combinazioni del destino, si trova a seguire le vicende dei profughi siriani che nel 2015 fuggivano dalla guerra seguendo la rotta balcanica, cercando di sfuggire ai guardiani di Orban.
A poco a poco la vicenda della madre si dipana, e piccoli indizi trovati tra le sue cose aiutano il figlio a ricostruirne il passato.
Il dopoguerra per Greta non è stato facile ed era stato complicato da un amore forte e contrastato con un soldato americano di colore. Attraverso di lui scopriamo quanto l’esercito americano, sebbene non si fosse fatto scrupolo ad assoldare giovani neri, fosse profondamente razzista e non permettesse ai soldati che avevano combattuto per la sua bandiera di frequentare gli stessi locali dei soldati bianchi.
Anche i tedeschi, nonostante abbiano visto letteralmente andare in fumo la loro grande Germania a causa di un uomo che predicava un forte odio razziale, si dimostrano ugualmente razzisti e non accettano né i matrimoni misti, né i frutti di quelle unioni, con proclami degni del Fhurer ( ritenendo che il clima della Germania potesse non essere adatto ai bimbi neri nati da queste unioni, circa 3000, si era persino pensato di spedirli in orfanotrofi africani!).
Due storie in un unico romanzo, storicamente interessante, con una prosa concreta, che però non è riuscita ad
emozionarmi – forse però la colpa è dell’ultimo libro che ho letto, Il caos da cui veniamo.
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