GLI INTRAMONTABILI: L’AMORE AI TEMPI DEL COLERA Gabriel Garcia Marquez

GLI INTRAMONTABILI: L’AMORE AI TEMPI DEL COLERA, di Gabriel Garcia Marquez

Ripensandoci, a “conoscere il ghiaccio” io ho sempre preferito ” l’odore di mandorle amare”.

Sette anni dopo Cent’anni di solitudine, Gabo dichiarò di voler scrivere un romanzo popolare di tipo ottocentesco ma “con un’ elevata coscienza modernista”.

In effetti il libro è ambientato nel tardo ‘800 e apparentemente ne ha le caratteristiche: il tipo di vita, la folla di personaggi ma sopra

tutto EL AMOR che domina la scena.

Ma – a ben vedere – Marquez ha preso affettuosamente in giro le dolci, romantiche lettrici che vi hanno visto l’amore per tutta la vita, fantasticando sul consolatorio lieto fine. Con lo sguardo sornione e lucido di chi ha molto vissuto e molto osservato, Gabo sembra

dire che quel sentimento così potente è anche misterioso, non incasellabile, con un sapore che muta con l’età, perché ” il cuore ha più

stanze di un bordello”.  Persino lo sfondo caraibico che ti avvolge caldo e sensuale sembra fare da eco.

I personaggi però ci sorprendono continuamente. Niente e’ scontato. Niente eroine ottocentesche tipo Karenina o Bovary che mentre si struggono per amori impossibili, provano disgusto per uomini sposati per convenienza.

Pure Fermina Daza – la più bella ragazza del Caribe – viene spinta dal padre ad un matrimonio come mezzo di elevazione sociale.

Forse ripensa nostalgica al fatale incontro con Florentino Ariza?

No, un colpo di spugna e si adatta senza problemi alla situazione: il dott. Juvenal Urbino è piacente, colto, ricco e si avvicina a lei con

infinita delicatezza.

Care dolci lettrici romantiche, è questo l’uomo con cui l’altera ma pragmatica Firmina attraversa tutte le fasi di una storia d’amore, dall’attrazione iniziale ad una lenta ma serena condivisione della vita. Troppo borghese?

Siamo seri, è il massimo che si può augurare ad una lunga storia.

Ma il vero eroe di questa storia è Florentino Ariza. L’ironico e geniale autore ci sorprende ancora descrivendo bruttarello, smunto, con vari problemi fisici (movimenti intestinali, calvizie…) Sorvoliamo.

Però ha fantasia, sa scrivere, sa coltivare sentimenti tenaci. Ingannando l’attesa di lei, ha una moltitudine di storie con donne accoglienti e disponibili, compresa la piccola nipote che si sacrifica per lui. Florentino però resta imperturbabile.

Forse Gabo sta sottolineando il carattere ossessivo dell’adozione per Firmina, quella “spina nel fianco” e’ stata per lui la ragione per cui vivere, quasi una fede. Tutto il resto è in funzione di lei, rosa non colta che serba intatto il suo profumo, intatto e persistente nel tempo.

Persino quando infine sul battello lei dice:

“puzzo di vecchia”, lui continua a sentire quel profumo…

Il tutto espresso in una prosa sontuosa che spesso sconfina nella poesia, con salti temporali dominati con maestria, con espressioni impareggiabili che mescolano ironia e profonda comprensione.

Se invece, amici lettori, avete preferito Aureliano Buendia, ebbene, avete tutto il diritto di tacciarmi come mediocre lettrice.

Recensione di Ornella Panaro

GLI INTRAMONTABILI: L’AMORE AI TEMPI DEL COLERA Gabriel Garcia Marquez

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