GLI INTRAMONTABILI: MARTIN EDEN, di Jack London
Tanto è già stato scritto su questo libro, che è sì un romanzo di formazione, una storia d’amore, un’istantanea politica e sociale degli Stati Uniti di inizio Novecento, ma è soprattutto lo straziante e tragico racconto della vita del suo protagonista che è un tutt’uno con lo scrittore stesso.
Martin Eden è in parte la storia romanzata di Jack London, tanto di lui c’è in questo libro, i tratti essenziali di Martin, la sua determinazione, il suo talento e il suo tragico destino.
Martin Eden è un giovane marinaio, poco più che ventenne, che tra un imbarco e l’altro a Oakland, salva la vita ad un giovane rampollo dell’alta borghesia del luogo e per ringraziamento viene invitato a cena dalla famiglia del giovane; in questa occasione conosce la sorella del ragazzo, Ruth.
Tutto ha inizio da qui, da uno sguardo; Martin resta folgorato da Ruth, dalla sua bellezza diafana, dal suo portamento aristocratico, dal suo charme, dal suo profumo. Da tutto quello che lui non ha mai conosciuto, lui cresciuto nei bassifondi in mezzo a ladruncoli, donne di strada e lavoratrici rozze.
Ruth è il miraggio di una vita diversa, di un mondo diverso, di una dimensione altra.
Con occhi spalancati divora la bellezza che gli sta intorno, si risveglia in lui una sensibilità sopita.
Ed è l’amore che scatena tutto ciò!
Realizza che l’amore è qualcosa per cui vivere, lottare e vincere.
E soprattutto prende coscienza che per conquistare Ruth è necessario un cammino di crescita personale, spirituale, culturale.
Già, perché non è pronto per stare accanto ad una donna come lei, lui è semplicemente un rozzo marinaio, è confuso e dolorosamente conscio della propria incapacità ad esprimersi, il suo linguaggio è inadeguato.
E allora si butta sui libri come un affamato sul cibo.
E grazie a loro sviluppa maggiormente la sua sensibilità, il suo spirito creativo, irrequieto e incalzante.
I libri lo rendono libero, libero da un mondo limitato, libero da mentalità chiuse, libero di poter rispondere con proprietà di linguaggio e farsi rispettare non più a suon di pugni.
E la lettura diventa indispensabile, la fame di conoscenza sembra non placarsi mai.
Martin legge, studia, ragiona, riflette su tutto, dalla letteratura, alla filosofia, sociologia, psicologia, matematica, fisica.
Chiuso nella sua stanzetta con solo un piccolo lume, legge per ore.
Unica distrazione resta Ruth che nota giorno dopo giorno la trasformazione di Martin, la sua crescita, il suo elevarsi.
E poi leggere non basta più, Martin ha bisogno di scrivere, ha bisogno di buttare fuori i mondi che ha dentro. Alla fame di conoscenza si aggiunge la fame di affermazione, la sua voglia di lasciare un segno indelebile del suo passaggio in questo mondo.
London rende alla perfezione questa lotta e questa corsa continua di Martin, attraverso una scrittura impetuosa e piena di energia.
E’ immediata e vigorosa, cruda e rozza, ma anche romantica e poetica, si modula e segue perfettamente i luoghi e i personaggi che racconta ed è estremamente “visiva”.
Martin Eden è un libro accorato, pieno di passione, di voglia di rivincita, di riscatto ma soprattutto è un libro che racconta dove può spingersi un essere umano, racconta quanto sembri a portata di mano la libertà e invece non lo è, di quanto ci si creda liberi e invece si è prigionieri di clichès, di falsi idoli, di valori insulsi e vuoti. Martin Eden insegna che la cultura eleva, che la conoscenza forma l’uomo, che si può volare con i pensieri, la fantasia, l’immaginazione, gli ideali.
E insegna che purtroppo raggiunte queste vette il rischio di soccombere è elevato se non ci si adegua ad un mondo che ci vuole tutti uguali.
“Era un uomo che aveva vissuto e vibrato d’emozione e amato; che aveva accolto le fragilità della vita con indulgenza e comprensione; che era stato di vedetta sul castello di prua, ramingo per terre straniere e a capo di una banda di teppisti ai vecchi tempi delle risse. Era un uomo che era rimasto sbalordito dalle migliaia di libri della biblioteca pubblica, che piano piano quei libri li aveva conosciuti fino a padroneggiarli alla perfezione; era un uomo che aveva consumato l’olio della lampada tenendola accesa fino alla mezzanotte e si era coricato con uno sperone contro la carne e aveva scritto libri. Ma di una cosa era certo: lui non era l’appetito che l’intera folla voleva a ogni costo saziare.”
Recensione di Cristina Costa
Libro/Film MARTIN EDEN Jack London – Pietro Marcello
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