GLI SCORPIONI, di Giuliano Pavone (Laurana Editore – giugno 2022)
Ho aspettato questo libro per un tempo infinito, più o meno dieci anni. Il caso ha voluto che la tanto attesa pubblicazione avvenisse il giorno prima dell’inizio delle mie ferie. Io che le ferie a fine giugno non le ho mai fatte. La somma di questi due fattori ha fatto sì che mi portassi dietro il libro con me, nei posti in cui è ambientato. I posti in cui sono nato.
Ho terminato l’ultima pagina in un tardo pomeriggio di scirocco, alla luce bianca di un sole ancora ben acceso. Stessa distanza dalla riva.
Ho ascoltato le parole uscire dalla pagina, sbattute a intervalli regolari sulla battigia, un’onda, un paragrafo, un’onda, un paragrafo.
Ho respirato l’aria salata e l’ho spalmata sulla copertina liscia, sui fogli, negli angoli in alto a destra, nell’atto di girare pagina.
Ho visto la luce del mattino, dritta e netta, proiettata su carta a illuminarla, poi giochi d’ombra e forme geometriche, triangoli rettangoli e trapezi, man mano che il sole calava.
Ho toccato l’inchiostro ormai asciutto, l’ho mischiato con la sabbia e la salsedine mentre accarezzavo la pagina.
Ho dato ospitalità a una formica di passaggio, fra il bianco dei bordi e il nero dei caratteri stampati, piccola virgola impazzita e ribelle che si stacca dalla pagina, cambia il senso di una frase e abbandona la storia.
Ho richiuso il libro prima dell’ultimo tuffo e l’ho lasciato sull’asciugamano, a catturare aria e schiuma di mare.
Conto di riaprirlo più in là nel tempo, come uno scrigno a cui chiedere in dono uno scampolo di estate.
Recensione di Valerio Scarcia
GLI SCORPIONI Giuliano Pavone
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