GLI UCCELLI E ALTRI RACCONTI, di Daphne Du Maurier (Il Saggiatore)
” Beh, loro sono un lato oscuro di me… qualcosa lo fa scattare, qualche fatto , qualche inciampo, che mi fa pensare che potrebbe diventare una storia…”
Così rispondeva nel 1971 Daphne Du Maurier intervistata dalla BBC su come nascessero i suoi racconti. Questa bella antologia fu originariamente pubblicata nel 1952 e si intitolava’ The Apple tree’ poi con il clamoroso successo del film girato da Hitchcock nel 1963 venne ristampata e il titolo fu cambiato.
A più di trent’anni dalla scomparsa della scrittrice che amava intensamente la Cornovaglia ( ci andò a vivere perché le sembrava che solo là riuscisse ad esprimersi al meglio) sembra che anche la maggioranza dei critici si siano convinti che non era soltanto: ” una autrice di numerosi romanzi, assai noti e non privi di efficacia nel genere popolare” (Garzantina della letteratura ed. 2008)ma una scrittrice che riusciva a coniugare la scavo psicologico con la sapiente costruzione di una narrazione avvincente.
L’antologia è composta di sei racconti, si apre con ‘Gli Uccelli’ che a differenza del film è ambientato in una Gran Bretagna ancora alle prese con un problematico dopoguerra e si concentra sulle vicende di Nat Hocken, reduce invalido della guerra che lavora saltuariamente come tuttofare in una fattoria e della sua famiglia alle prese con una apocalittica ribellione della Natura contro il genere umano. Come nel film non ci sono che ipotesi sugli eventi e nessuna spiegazione certa, un crescendo di suspense che porta ad un finale inquietante.
Fra gli altri racconti molto riusciti ‘Il Melo’ che era il primo titolo dell’antologia che narra di un vedovo alle prese con i tristi ricordi della moglie amata odiata e di una insolita metamorfosi di un albero di mele del suo giardino, esemplare dimostrazione del fantastico che nasce dal quotidiano caro alla Du Maurier.’ Baciami ancora, sconosciuto’ è forse quello che mi ha colpito di più, descrizione della vita molto metodica di un giovane meccanico che incontra una ragazza dalla personalità molto originale, sembra una semplice storia’ boy meet girl’ ma c’ è una sorprendente svolta finale che conferma l’ abilità della scrittrice.
Per chi volesse saperne di più è stata tradotta anche in italiano la sua biografia che si legge come un romanzo ‘Daphne’ scritta da Tatiana de Rosnay (autrice de’ La chiave di Sara’) che fa conoscere una vita che sembra la trama di uno dei suoi romanzi per il complicato rapporto con i genitori entrambi attori teatrali, lo stretto legame con le sorelle, il matrimonio con un ufficiale dell’ esercito, le accuse di plagio a diverse sue opere, gli amori saffici e la convinzione di avere una sorta di alter ego maschile che lei definiva ‘ the boy in the box’.
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