GLI UFFICI COMPETENTI, di Iegor Gran (Einaudi – giugno 2022)
Il tenente Ivanov del KGB – gli “uffici competenti” del titolo – è alla ricerca di un certo Abram Terc, pseudonimo scelto da uno strano scrittore che nonostante la ferrea censura sovietica riesce a fare pubblicare i suoi racconti oltre i confini dell’ URSS, in Occidente. Di cosa scrive?
“Ed è qui la sorpresa. L’anonimo autore non parla né dei Gulag, né della censura, né del disastro economico, né della nomenklatura, né dei fatti d’Ungheria, pur così recenti, né del divieto di sciopero nelle fabbriche sovietiche, né della chiusura delle frontiere e neppure delle contraddizioni del pensiero marxista-leninista o dei suoi limiti. Non viene affrontato nessuno dei temi più indisponenti. Al loro posto, un trattato di estetica. E’ il realismo socialista, vasta categoria nel cui ambito si scrivono i grandi romanzi sovietici da Gor’kij in poi, si dipingono i quadri e si scolpiscono le pietre, il vero bersaglio che l’autore prende di mira con un tono sarcastico, decisamente sgradevole. […] e tutto questo a quale scopo? Spiegare il realismo socialista? Capirai che trovata! Tutti sanno cos’è […] ci mancava solo questa: un nuovo Pasternak!”
Abram Terc verrà identificato dopo sei lunghi anni di una inchiesta dagli aspetti spesso grotteschi. Il vero nome dello scrittore è Andrej Sinjavskij che nel 1966 fu condannato al Gulag per aver pubblicato all’estero alcune opere narrative con lo pseudonimo di Adam Terc. La moglie di Sinjavskj è la coraggiosa ed intelligente Maria Rozanova. Andrej Sinjavskij e Maria Rozanova sono i genitori del narratore. Iegor Gran è infatti uno pseudonimo. Il suo vero nome è Iegor Andreyevich Sinjavskij, nato a Mosca il 23 dicembre del 1964, proprio nel periodo in cui il padre e la madre erano braccati dal KGB. Le vicende principali narrate nel libro in forma di romanzo (e che romanzo!) sono realmente accadute. Chi non è di giovanissima età ricorda ancora il clamore suscitato in Occidente da quello che è passato alla storia come “il caso Daniel – Sinjavskij”… Ma ora concentriamoci sul libro.
Iegor Gran ha scelto di descrivere la lunga caccia del KGB per smascherare Abram Terc con una grande dose di umorismo – ci sono moltissime pagine del libro davvero esilaranti. Si ride dunque – e molto – anche se si tratta, ovviamente, di un riso amaro.
Le vicende si svolgono nell’URSS post staliniana e leggendo molti episodi e dettagli si ha davvero l’impressione che spesso la realtà superi la fantasia di quello che potrebbe essere inventato in una fiction. L’autore però garantisce la veridicità di tutti gli episodi descritti nel romanzo. Igor Gran ci immerge in una società sovietica surrealista. L’URSS e la politica del compagno Chruščëv, fatti veri ci vengono narrati con spettacolare humor nero, leggerezza e sberleffo.
Ed è proprio questo che colpisce: il soggetto drammatico è trattato con molta ironia, una apparente leggerezza che fa ridere e sorridere ed è un testo che offre pagine da vera antologia.
“I servizi competenti” (il KGB, “sistema immunitario della patria”) è dunque il romanzo vero e satirico di una storia allo stesso tempo intima e privata ma anche collettiva, che racconta aspetti drammatici dell’ URSS di quegli anni come la censura, l’indigenza, la repressione nonostante la destalinizzazione e la fine del culto della personalità.
Un romanzo divertentissimo e di un valore storico che non deve però farci dimenticare nemmeno per un momento, mentre ridiamo voltando pagina dopo pagina, che Sinjavskij è stato davvero condannato a 7 anni di gulag… e di quello a regime duro.
E noi ci chiediamo come sia possibile vivere in un paese in cui dobbiamo diffidare di tutti, in cui la libertà di espressione non è che una parola vuota, in cui il pensiero è unico, in cui tutti i diritti sono dello Stato e nessun diritto ha il cittadino.
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