HYPERION, di Dan Simmons (Fanucci)
Ora vi spiego perché Hyperion è un must della fantascienza.
La base dell’intreccio è semplice e fa l’occhiolino a vecchi classici come “le cronache di Canterbury”; siamo ai confini della galassia e sette pellegrini dalle vite completamente differenti e dalle differenti motivazioni cominciano un viaggio verso un pianeta remoto e misterioso: Hyperion.
Man mano che i personaggi raccontano la propria storia e quello che li lega al pianeta il mistero si infittisce e i pezzi del puzzle assumono ora contorni inquietanti, ora grotteschi, ora rivelatori, ora messianici.
Hyperion è un romanzo che vi terrà in sospeso, uno di quelli che appena prendete il ritmo vi faranno girare le pagine ancora e ancora per saperne di più.
La mitologia e il mondo creati da Simmons sono affascinanti, umani e dannatamente attuali.
Per tutto il libro, infatti, verrà portata avanti una critica velata e poi via via sempre più chiara alla globalizzazione e a come questa finisca per rappresentare una criticità invece che un passo avanti.
Questo si espliciterà meglio nel seguito, ma non corriamo troppo.
Torniamo a Hyperion.
Perché leggerlo?
Tanto per cominciare perché se Lovecraft avesse scritto un libro a quattro mani con Asimov avremmo avuto qualcosa del genere, ma poi perché ci restituisce una visione della fantascienza effettivamente innovativa.
Figura ricorrente all’interno della saga è il poeta John Keats, che non solo viene citato ma in alcuni casi è addirittura protagonista delle vicende; non vi dico altro perché sarebbe davvero un delitto.
Riguardo allo stile non lasciatevi ingannare dall’inizio didascalico: Simmons tende a usare molto la tecnica del raccontato quando parla del pellegrinaggio e va sul personale quando i vari personaggi raccontano le proprie vicende.
Ed è lì che Hyperion e il suo autore brillano di luce propria: ogni storia è narrata seguendo lo stile e la personalità di chi sta parlando, con alcune in terza persone che sono tratte da diari, ad altre che sono in prima persona e molto dirette.
Anche il genere delle storie cambia: pur essendo tutte misteriose, alcune verteranno più verso l’horror, altre verso la commedia e altre ancora verso il poliziesco, rendendo il tutto molto variopinto e interessante.
Hyperion in tutto questo è sia cornice che protagonista, un mondo contenente misteri grandiosi che continua a sfuggire alle definizioni e che presenta cose inspiegabili.
E dannatamente interessanti.
Andate sereni, Hyperion è davvero tanta, ma tanta roba.
Ah e mica per nulla aveva vinto anche il premio come romanzo di fantascienza dell’anno.
Recensione di Virgo Jones
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