I DIABOLICI Pierre Boileau Thomas Narcejac

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I DIABOLICI, di Pierre Boileau Thomas Narcejac

 

I diabolici, recensioni libri e news
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Oh che bel noir, oh che bel noir!

Questo lo posso dire dopo averlo letto tutto, perché l’inizio mi aveva lasciata un pochino perplessa.

La storia parte con un omicidio di cui si sa tutto: vittima, assassini e movente. Viene quindi naturale chiedersi come evolverà ed infatti, dopo qualche capitolo, il duo francese s’inventa apparizioni e tracce tangibili che la vittima lascia dietro di sé ad uso di uno dei suoi assassini. Circostanze destabilizzanti senza dubbio, che mettono a soqquadro l’equilibrio interiore dell’abulico (come lo aveva definito la sua amante) Ravinel.

Premetto che amo i gialli e i noir, ma non sono una di quelle lettrici che si arrovellano sulla soluzione del caso o lavorano per ipotesi, mi lascio trasportare dalla storia e se ho qualche illuminazione prima o poi capisco se è stata corretta oppure no. Qui, invece, ad un certo punto ho iniziato ad immaginare i vari scenari che gli autori avevano potuto usare per portare a conclusione la storia. Ero confusa almeno quanto Ravinel. Qualcosa lo avevo intuito, ma sono dovuta arrivare all’epilogo per avere la certezza di chi fosse la vera vittima dell’orchestrazione e chi fossero i veri diabolici del titolo.

L’angoscia del protagonista si mescola alla nebbia onnipresente, multiforme, popolata di incubi vecchi e nuovi. Una nebbia che avvolge il mondo piccolo borghese di Parigi e dintorni, e la solitudine di un sopraffatto Ravinel, coi suoi chiaroscuri psicologici e i monologhi interiori.

Nel 1955 H. G. Clouzot diresse il film omonimo, tuttavia, a detta di Boileau e Narcejac nella prefazione al romanzo stesso, il film sviluppa la stessa idea del libro, ma più che un adattamento “è una ricreazione di cui va sottolineata l’originalità.” Il limite, sostengono, sono le immagini e l’immagine è molto più ribelle della semplicità naturale delle parole. L’immagine è il mondo reale, fatto di cose e di volti, difficile descrivere il tormento interiore con delle immagini. Alla fine, comunque, “l’ambiguità del film corrisponde a quello del romanzo.” A questo punto sono curiosissima di capire come Clouzot ha ricostruito questo noir, qualcuno lo ha visto?

Recensione di Chiara Carnio

I DIABOLICI, di Pierre Boileau Thomas Narcejac

 

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