I FANTASMI DEL CAPPELLAIO, di Georges Simenon (Adelphi)
In questo romanzi ci sono due personaggi principali, un sarto e un cappellaio, vivono e lavorano uno di fronte all’altro, fanno ogni pomeriggio sosta nello stesso locale, anche se il sarto è sempre più isolato, e scambiano pochi convenevoli; entrambi hanno famiglia e in particolare il cappellaio ha una moglie molto malata che vive segregata in camera e di cui si può occupare solo lui. Nel mentre il paese dove vivono è in pieno subbuglio pera presenza di un serial killer che uccide strangolandole le anziane signore.
Una sera nel locale il sarto trova qualcosa che sporge dal risvolto di pantaloni del cappellaio, qualcosa che non doveva esserci e che muterà per sempre il rapporto tra i due.
Ci troviamo di fronte a un ottimo Noir dalla forte impronta psicologica, con due personaggi straordinari e straordinariamente caratterizzati, una storia con una tensione emotiva che ci accompagna pagina dopo pagina e dove preda e predatore si scambiano di ruolo fino quasi ad empatizzare. Un romanzo dalla struttura sostanzialmente semplice ma proprio per questo affascinante e i suoi sviluppi inaspettati lo rendono una lettura estremamente piacevole e avvincente. Una curiosità: l’opera in partenza era un racconto, “Il piccolo sarto e il cappellaio” (che però ci presenta la storia dal punto di vista del sarto), poi riscritto in forma di romanzo col titolo “Beati gli umili” e infine nella presente versione. In questa edizione degli Adelphi troverete in appendice sia il racconto sia il capitolo finale di “Beati gli umili”, entrambe le letture molto interessanti per scoprire alcune sfumature meno evidenti nell’opera finale e per poterne apprezzare le diverse soluzioni
Recensione di Enrico Spinelli
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