I FRATELLI ASHKENAZI, di Israel Joshua Singer (Bollati Boringhieri)
Recensione 1
Recensione di Rossana Bandi
Recensione 2
“ Tutto ciò che abbiamo costruito
era costruito sulla sabbia”
Israel Joshua Singer è sempre vissuto all’ombra del fratello più piccolo Isaac, vincitore del Premio Nobel della Letteratura nel 1978 e i suoi meravigliosi libri sono arrivati a noi tradotti con moltissimo ritardo. Nato in Polonia nel 1893 e morto a New York nel 1944, questo splendido autore yiddish contese per mesi, con la sua opera monumentale “ I fratelli Ashkenazi” (1937), il primo posto nella classifica del New York Times dei libri più venduti, al famosissimo “Via col vento” di Margareth Mitchell.
Gli stessi critici gli attribuiscono un talento maggiore rispetto al fratello e, come scrive Claudio Magris,
“il suo modo di narrare rivela l’aspirazione a essere un cronista impassibile e quasi impersonale, che narra e ricrea da una distanza oggettiva vicende e avvenimenti. Il suo sembra, nelle intenzioni, più un servizio alla storia che alla letteratura, ma è letteratura di finissima grana, quella che ne risulta”.
Quest’opera, corale e potente, racconta la storia dei due fratelli gemelli figli di Reb Abrahm Hirsh Ashkenazi, un uomo dedito agli affari ma anche studioso delle questioni ebraiche, amante della solitudine e degli intensi dialoghi con il suo rabbino preferito per i quali trascura la sua famiglia, moglie e figli compresi.
Fin dalla nascita i due gemelli non potrebbero essere più diversi. Simcha Meyer che diventerà Max e Jacob Bunim che sarà Yacob, sono fisicamente e interiormente dissimili: il primo brutto, impacciato, buffo nel suo camminare e nella sua parlata yiddish ma dotato di un’intelligenza superiore, di un ottimo senso per gli affari, di grande ambizione anche se vendicativo e invidioso; il secondo bello e solare, gioioso e dissipatore, donnaiolo e fortunato di natura, non dovrà compiere sforzi paragonabili a quelli del fratello per raggiungere la ricchezza.
È per questo che i fratelli Ashkenazi diventeranno, estremamente ricchi e per farlo abbandoneranno i rigidi costumi ebraici e gli studi del Talmud, per essere più aderenti al mondo degli affari con i “gentili”, quelli che permetteranno loro di accumulare un ragguardevole patrimonio, così come il rabbino amico del loro padre aveva predetto.
In un lasso di tempo di settant’anni, a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento, l’autore, attraverso il racconto dell’ascesa e del tramonto della cittadina polacca di Lodz diventata in poco tempo il maggior centro industriale tessile del Paese, apre il nostro sguardo verso la Grande Storia vista dal popolo, in una plètora di personaggi imperdibili descritti meravigliosamente nel fisico, nella mente e nelle azioni che faranno da filo conduttore alle loro vite.
Tanti i temi e i fatti: la Polonia tormentata dai paesi limitrofi che se la contendono, la Prima Guerra Mondiale, la nascita del movimento operaio che portò alla Rivoluzione d’ Ottobre, l’ascesa e la decadenza della borghesia, l’immigrazione e la difficile integrazione, la miseria del proletariato, le feroci lotte operaie, l’occupazione tedesca, il mutamento epocale delle generazioni future che si allontaneranno sempre più dalle rigide concezioni dei loro padri, l’antisemitismo sempre più radicato che sfocerà nei sanguinosi pogrom e farà da oscuro preludio al massacro che, con l’avvento del Nazismo, decimerà la popolazione ebraica.
Vivremo le alterne fortune dei due fratelli con il loro carico di contraddizioni, le loro vicende familiari e quelle dei loro amici e conoscenti, gli amori, le passioni, le inquietudini, il loro cadere e risollevarsi più forti di prima, le meschinità, le invidie, le occasioni perdute, la solitudine del cuore, la morte, in un mondo che cambia alla velocità della luce e che impone scelte altrettanto repentine per non soccombere totalmente.
Un’opera davvero colossale e di ampio respiro, scritta magistralmente, moderna e ancora attuale in certi argomenti trattati, avvincente e coinvolgente, abile nella fluidità di trame e sottotrame che ci vengono presentate da diverse angolazioni, un complesso e grandioso ritratto di una società in continua evoluzione che ci viene presentato da un Israel Joshua Singer che avrebbe meritato il Nobel per la Letteratura al pari del fratello minore.
Recensione di Maristella Copula
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