I GIORNI DEL VUOTO Silvia Tebaldi

I GIORNI DEL VUOTO, di Silvia Tebaldi (Zona 42 – maggio 2o24)

Mentre leggevo “I giorni del vuoto” , un piccolo grande libro ambientato a Bologna, con le sue Porte, i suoi vicoli e i suoi canali sotterranei, pensavo soprattutto ad una cosa.

La storia si svolge in un tempo che potrebbe essere fra qualche giorno, o fra qualche decennio, all’indomani di quel Guasto tecnologico che è al centro di un altro piccolo grande libro, “Il lettore dell’acqua”.

Un tempo sospeso, collocato da qualche parte, in un futuro prossimo.

Eppure la sensazione che si prova, leggendo, è di ascoltare una voce che proviene da lontano. Un tempo passato, in cui le memorie si sono sommate ad altre memorie, sono diventate tradizione orale, si sono modificate, modellate, tramandate, per giungere fino a noi.

È stato bello, ascoltare dal vivo quella voce, proprio a due passi da quelle strade, da quei vicoli, da quelle porte, da quei canali ormai scomparsi. Un piccolo gruppo di persone a fare comunità; uno scambio di sguardi, di parole, di idee messe in circolo.

Un bagno di umanità, come accade ai protagonisti di questa piccola storia. Persone che trovano nella mutualità e nella collaborazione la via per la salvezza.

La loro, la nostra.

Recensione di Valerio Scarcia

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

Commenta per primo

Commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.