I GIOVANI LEONI, di Irvin Shaw
Tre giovani combattono, su fronti diversi, la seconda Guerra Mondiale.
Il romanzo racconta, non senza retorica, i drammi legati all’esperienza del conflitto, visti dagli occhi dei tre protagonisti, ognuno dei quali incarna diverse motivazioni e diversi atteggiamenti nei confronti della guerra: Christian si è arruolato per tener fede a un’ideologia che sente sempre meno vicina, Noah perché vede nella guerra un’occasione di rivalsa da una vita che l’ha sempre tenuto ai margini a causa della sua origine ebraica, Michael si è arruolato senza convinzione, solo perché tutti si aspettano che lo faccia ma che una volta al fronte, dove sceglie di essere assegnato, inizia a una maturazione personale che ne farà un soldato e un cittadino consapevole.
Soffermandosi sulle vicende personali dei tre protagonisti, Shaw racconta le speranze e le illusioni di una generazione che sacrificò la giovinezza alla guerra, ora vista come un inutile massacro, ora vista come necessaria reazione a un sopruso ma anche occasione di riscatto personale; il romanzo, ricco di descrizioni ma dal ritmo sicuro , offre al lettore splendide caratterizzazioni psicologiche e numerose pagine dense di sentimento e azione,per quanto vada rilevata la presenza di un po’ troppa retorica, soprattutto nelle pagine in cui l’autore, tramite i suoi personaggi, riflette sul ruolo degli Stati Uniti come unico baluardo di democrazia contro la follia nazista.
Narrazione intensamente drammatica, animata da sincera volontà di denuncia, pur con i difetti già citati, I giovani leoni è ancora una lettura poderosa (l’edizione Bompiani è in due volumi di formato tascabile), avvincente e adatta a chi ama ritrovare, nei libri, l’enfasi del grande cinema americano degli anni 50: non a caso il romanzo ispirò un celebre film con Marlon Brando, da recuperare dopo la lettura.
Recensione di Valentina Leoni
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