I grandi romanzi di VASILIJ GROSSMAN:
– “STALINGRADO”;
– “VITA E DESTINO”;
– “TUTTO SCORRE…”.
Vasilij Grossman (1905-1964), di famiglia ebraica, nacque in Ucraina ma, data l’epoca, è a tutti gli effetti un autore russo, e in particolare della Russia sovietica. Giornalista e narratore, assistette a tutte le fasi del leninismo e dello stalinismo, compresa la cosiddetta “battaglia di Stalingrado”. Durante quest’ultima cominciò a scrivere su di essa il romanzo-fiume “Per una giusta causa”, che diventerà famoso con il titolo, già pensato inizialmente dall’autore, di “Stalingrado”, e fu pubblicato nel 1952, senza un grosso entusiasmo da parte delle autorità sovietiche. E fu sicuramente la morte di Stalin, nel marzo del 1953, ad evitare allo scrittore la prigionia, o peggio. Ma anche il seguito del libro, “Vita e destino”, nel periodo di Kruščev, venne decisamente osteggiato e addirittura sequestrato. Sorte analoga toccò a quello che è in pratica il testamento spirituale di “Grossman, “Tutto scorre…”. Infatti entrambe le ultime delle tre opere furono pubblicate postume, dopo varie traversie editoriali.
I primi romanzi, noti come la dilogia di Stalingrado, sono due volumi di circa 1900 pagine complessive, comprese nove pagine di elenco dei personaggi, presenti in entrambi, più, solo alla fine di “Stalingrado”, un’interessantissima postfazione di Robert Chandler e una “Nota” dello stesso Chandler e di Jurij Bit-Junan. Comune a entrambi è la splendida traduzione di Claudia Zonghetti.
Solo il confronto, evidentissimo, con “Guerra e pace” di Tolstoj può dare un’idea della mole e della complessità di questa dilogia. Con una prima differenza, sottolineata dallo stesso Grossman, circa la presenza diretta dell’autore, come testimone, alla guerra tedesco-russa di Stalingrado (e non solo), laddove la campagna napoleonica di Russia si svolse diversi anni prima della nascita di Tolstoj. Il contesto familiare che fa da struttura portante alle sterminate vicende narrate da Grossman rimanda automaticamente alle storie familiari di “Guerra e pace”; e si potrebbe continuare con i parallelismi.
La somiglianza fondamentale è naturalmente quella creata dal senso della tragedia della Storia, che non è mai finita ma che, facendo un confronto con il presente, bisogna saper comprendere nelle relative proporzioni. Certamente siamo ben consapevoli della gravità dei conflitti attualmente in corso, anche a poca distanza da noi, ma quando si parla, nel contesto sia nazista che sovietico, di genocidi con molti milioni di morti e sofferenze fisiche e morali inimmaginabili – il tutto ampiamente descritto in queste pagine -, una riflessione comparativa è utile, e forse anche doveroso, farla.
Ed infine, con “Tutto scorre…”, un anno prima della sua morte, Grossman tira le fila del suo rapporto con la storia, l’ideologia e la letteratura del popolo russo. E il discorso si potrebbe definirlo “etno-morale”. Tolstoj, Dostoevskij e tanti altri grandi autori russi dell’Ottocento, ma anche molti precedenti, costruiscono la loro dialettica sul rapporto con Dio, interrogandosi sul problema del Male. Grossman si pone le stesse domande, ma le sviluppa in un ambito puramente laico di strutture economiche, politiche e sociali. Alla fine sia lui che i suoi predecessori non trovano risposte.
E il dolore rimane lo stesso.
Di Pasquale Vergara
VITA E DESTINO Vasilij Grossman
L’INFERNO DI TREBINKA Vasilij Grossman
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