I MIEI LUOGHI OSCURI, di James Ellroy
La madre dell’autore, Geneva detta Jean, bella quarantaquattrenne dalla capigliatura fulva, fu assassinata nel 1958, quando lui aveva dieci anni. Il suo corpo, percosso e mezzo nudo, fu ritrovato nei pressi di una scuola di El Monte, dove si era trasferita col figlio dopo il divorzio.
Per mesi e mesi le indagini seguirono diverse piste senza approdare a niente, gli investigatori interrogarono decine di persone ma non riuscirono ad identificare l’uomo bianco con la pelle scura e la donna bionda con la coda di cavallo con cui era in giro quella sera Jean La Rossa.
Questo libro è l’autobiografia dell’autore; parte dall’omicidio e racconta l’infanzia squallida del ragazzo insieme al padre bugiardo e megalomane; il suo crescente disagio esistenziale, l’abuso di alcool, i furti, il carcere, i problemi con il sesso.
Poi la svolta, la scrittura, il successo. Ma in realtà tutto il libro è un lento prendere confidenza con la figura della madre, che il ragazzo ha conosciuto poco e che gli è stata proposta in modo distorto dai racconti rancorosi del padre e da quelli edulcorati della zia.
Il risultato è un libro spezzettato, a tratti noioso, che appare molto “privato” e forse proprio per questo poco interessante. Probabilmente per l’autore era necessario scriverlo; per il lettore non mi pare così importante leggerlo.
Recensione di Elena Gerla
I MIEI LUOGHI OSCURI James Ellroy
Commenta per primo