I MODI FINITI, di Marta Fanello (Affiori editore – marzo 2024)
Se cercate un romanzo intricato che mescoli tradimenti e omicidi, I modi finiti – opera d’esordio di Marta Fanello per Affiori editore – è ciò che fa per voi.
Immaginate di catapultare i protagonisti di Melrose Place e quelli di Uccelli di rovo in una cittadina calabrese ai giorni d’oggi. Troverete le stesse atmosfere: amicizie, amori proibiti, tradimenti, rivalse. Aggiungete ora un pizzico di mistero: la scomparsa di un bambino. Ecco un gruppo di amici cresciuti insieme, coinvolti in passato nella sparizione di Giona, ed ecco che ciascuno di loro inizia a ricevere lettere anonime: qualcuno conosce la verità che loro tacciono da tempo.
A nulla vale che, fin dalle prime pagine, Tobia – fratello del bambino – si dichiari colpevole della sua sparizione e della sua morte, perché qualcosa non torna. Quelle lettere scateneranno reazioni inimmaginabili e faranno riaffiorare il vissuto oscuro e complice dei protagonisti, rivelandoci le loro bugie e i loro segreti.
L’autrice, abile nel tessere le fila dei destini dei personaggi, ci seduce e inganna fin dalle prime pagine, sovrapponendo abilmente storie e linee temporali, moltiplicando i nostri dubbi sui fatti accaduti e le vere intenzioni dei protagonisti.
Nel tratteggiare ciascun personaggio, Marta Fanello ci svela un’umanità ambigua, fatta di tradimenti e rivalse, competizione, amori adolescenziali, ricatti, meschinità e manipolazioni. Legami distorti, dove i ruoli di vittima e carnefice si mescolano, tanto da non sapere più in chi immedesimarsi, per chi tenere, perché ne I modi finiti non esistono i buoni e non esistono i cattivi: è l’umanità tutta che viene messa in discussione, fino alla fine.
Con lingua chiara e precisa, stile asciutto e la giusta dose di citazioni musicali e letterarie, l’autrice ci consegna uno spaccato sulla realtà di oggi, dove nulla è ciò che sembra e nulla ci può consolare, dove la verità è ambigua e la ragione di uno non coincide mai con quella degli altri.
Pregevole la struttura, che rimanda ai modi verbali, attraverso la quale l’autrice si diverte a giocare con il lettore, trattandolo alla stessa stregua dei suoi personaggi.
Ottimo esordio, quindi, quello di Marta Fanello. Attendiamo fiduciosi il suo prossimo romanzo.
Recensione di Sarah Majocchi
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