I PASCOLI DEL CIELO, di John Steinbeck (Mondadori)
Strana deliziosa lettura, omaggio di una bancarella dell’usato. È un’edizione super economica della Mondadori, anno 1965, credo facente parte di una collana settimanale allegata a qualche rivista o giornale del tempo.
È uno di quei libri che non leggeresti probabilmente mai nella vita, a meno che non ti caschi sulla testa, per caso. Il titolare della bancarella non me lo ha nemmeno messo in conto, aggiungendolo con reale o simulata noncuranza (chissà) ai Topolino che stavo acquistando per i ragazzi.
Bene, grazie mille… Steinbeck è Steinbeck, non c’è niente da fare. È sempre lui anche nella veste più umile ed economica del mondo. Scrittura pulita, limpida, semplice, un autore che vuole bene all’essere umano.
Ogni capitolo del romanzo è la storia di un singolo abitante de I Pascoli del Cielo, amena valle californiana degli anni Trenta o Quaranta. Le vicende raccolte non sono particolarmente melodrammatiche o altisonanti, sembrano scelte perfettamente a caso – gente comune tra gente comune – senza pretese se non quella di raccontare di quella persona lì. Io penso che in fondo Steinbeck abbia colto una grande verità, ossia che la vita di ciascuno di noi, presa così, nei suoi punti salienti, condensata negli eventi più significativi, sia già un’opera di suo. Ogni esistenza ha qualcosa di intrinsecamente commovente, o interessante, o stravagante, se la si sa guardare con la dovuta sensibilità.
Insomma Steinbeck mette in scena la vita, e questo basta.
Questo MI basta.
E mi domando nelle mani di che genere di persone sia passato questo volumetto, in edizione da spiaggia, con questa copertina un po’ ridicola. Avranno saputo di avere in mano uno dei Nobel più meritati della storia? perché sempre mi chiedo se queste pubblicazioni ultra economiche siano un bene o un male; se da una parte permettono a chiunque di mettersi in casa un grande classico, dall’altra sembrano sminuirlo come un prodotto datato, obsoleto, assimilabile a un Harmony qualsiasi.
Boh.
Non lo so.
Noi però non stanchiamoci mai di guardarle con l’occhio giusto, mi raccomando
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