I PASSI DI MIA MADRE, di Elena Mearini
“I passi di mia madre” di Elena Mearini è un romanzo entusiasmante, commovente e intimo dove le protagoniste non annunciate sono le parole.
Impianto d’accusa e strumento di indagine conoscitiva, esse ricostruiscono una grammatica interrotta tramite i ricordi e una grande ossessione: «Tira su la testa». Le parole di una madre – assente ancora prima di andarsene – fanno eco alle parole delle cose, che raccontano una felicità persa tra paure, difetti e tentativi: «Amami, così smetto di farti spavento».
In questa storia si mescolano la finzione del racconto e la realtà delle assenze, dei vuoti del corpo, della comunicazione e dei sentimenti.
Nelle frasi a volte sincopate come l’ansia, altre distese come un largo respiro, il linguaggio assume la forza della poesia di immagini inattese, del Verbo di Dio che apre ogni capitolo e – per contrapposizione – dei lunghi silenzi della preghiera e del pentimento.
Il dialogo con la madre è il confronto con sé stessa alla ricerca di un significato profondo, di un affetto mancato e della propria identità di donna.
Tutto il romanzo mi sembra riflettere la profonda convinzione del potere delle parole come a dire che esse, soprattutto quelle che rivolgiamo a noi stessi, sono il percorso necessario verso la stabilità perché «a volte restare è il solo viaggio utile».
Un libro che ti mette in discussione, ti fa sorridere e piangere e – in definitiva – ti arricchisce mentre lo leggi.
Recensione di Federica Carossi
I PASSI DI MIA MADRE Elena Mearini
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