I QUADERNI BOTANICI DI MADAME LUCIE, di Mèlissa Da Costa (Rizzoli – giugno 2022)
Amande è una donna devastata dal dolore e vuole isolarsi dal mondo, rimanere al buio, e per estraniarsi dagli affetti e dalla sua vita passata prende in affitto una casa di campagna in un paese sperduto; luci spente e finestre sbarrate per non far passare i raggi del sole dell’estate. Un giorno poi trova alcuni appunti lasciati dalla vecchia proprietaria Madame Lucie, un vero e proprio manuale di giardinaggio per la cura dell’orto annesso alla casa. E così che Amande, donna di città, cerca di ricostruire la sua vita ripartendo da qualcosa che non aveva mai fatto prima d’ora e facendo i conti con i fantasmi che la tormentano e con il proprio dolore.
Il secondo libro di Melissa Da Costa, pur non raggiungendo (almeno per me) le vette emotive e narrative dell’esordio, si presenta come un affascinante e coinvolgente romanzo di formazione, una storia che ci riconduce all’importanza di convivere con il proprio vissuto col suo bene e il suo male, e a trovare nell’esempio della ciclicità della natura la forza di rialzarsi e di ricostruire la propria vita. Non sarà un caso editoriale, ma si legge che è un piacere e fa stare bene, e quando un libro si legge volentieri per me va bene così…
Recensione di Enrico Spinelli
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