I RUSSI SONO MATTI. Corso sintetico di letteratura russa 1820 – 1991, di Paolo Nori (Utet)
Quel che si dice in Anna Karenina è più reale…
Ogni tanto leggo post che liquidano questa opera con frasi riduttive (storia sentimentale – quella Karenina non mi è mai piaciuta,) e così via.
Dato per scontato che ognuno ha il diritto di apprezzare quel che gli pare, alla sottoscritta che ha amato e ama la letteratura russa, e quel libro in particolare, fa l’effetto di quando si sente criticare una persona familiare e amata.
Così, mi permetto di suggerire la lettura di questo libro che parla di quegli argomenti in modo singolare e molto acuto.
Non si può prescindere da qualche cenno sull’autore : Nori è scrittore ma prima di tutto uno studioso e traduttore di russo, ruolo che lo ha fatto entrare nello spirito della lingua, come lo ha fatto la sua permanenza a Mosca e poi nella stupenda S. Pietroburgo.
Perciò ci spiega sfumature di significato in termini come byt o samizdat e tanto altro.
Il tutto col suo parlare apparentemente divagante che non ha nulla a che fare con una lezione accademica.
Qualche assaggio del libro:
“L’ artista è quello che ci fa vedere le cose a cui siamo tanto abituati che non le vediamo più bene, e la letteratura russa mi sembra così
piena di vita quotidiana (in russo : byt) che raramente gli scrittori russi salgono sullo scoglio del verbo amare, ma scendono piuttosto per strada… a coniugare il verbo compatire “.
O sullo spoiler, che non è tanto importante in un’opera importante:
” Anna, una mattina, la fedifraga, la donna perduta, compare davanti alla stanza del figlio
riconosce il suo sbadiglio.. e le sembra di vederlo in quel momento bellissimo, quando sei piccolo e non sei ancora sveglio né del tutto addormentato e io tutte le volte che ho letto quel libro, questa scena l’ho letta con l’ avidità di quando a 8 anni leggevo Verne, sempre :la prima, la seconda, la terza, la quarta volta che la leggevo, altro che SPOILER !”
Potrei continuare ancora, ma se vi piacciono i Russi, anche se vi parlo di un autore ancora poco conosciuto, vi raccomando caldamente di leggere il libro.
Recensione di Ornella Panaro
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