I VASI DI ARIOSTO, di Lorena Lusetti (Damster)
[…] Nessuno lo vedrà mai più, Stella, di questo puoi stare sicura.
Ho un cugino che ha un allevamento di maiali vicino a Parma.
Quelli mangiano di tutto. […]
Ho volutamente sostituito la sinossi di questo romanzo con una citazione cruda e agghiacciante.
E’ molto di impatto l’ossimoro tra il nome e il cognome di questa donna: Stella Spada . Una stella che brilla nel cielo, quindi inarrivabile, ma, allo stesso tempo, un’arma che può diventare letale.
E’ la prima avventura che leggo con lei come protagonista e si evince immediatamente che, come il nome e cognome, anche la sua vita è un continuo ossimoro: vive nel suo studio in Via dell’Inferno a Bologna, ma lei lo considera il suo rifugio, il suo paradiso, quel pezzettino di universo che può facilmente assomigliare ad una “casa” (lei stessa lo definisce così).
E’ una investigatrice privata, quindi ha a che fare con morte, violenza e tutto ciò che di nero si può nascondere nei meandri di questa vecchia città, eppure… Le basta venire a sapere che in una strage familiare è coinvolto un bambino, che il suo cuore di madre dal figlio lontano in tutti i sensi (Simone vive negli Stati Uniti, ma un muro di silenzi oltre che un oceano e migliaia dichilometri, lo separano dalla madre) inizia a sanguinare.
E poi ha i suoi scheletri nell’armadio. La sua personalità ha una parte oscura che sta prendendo il sopravvento. Lei cerca di arginarla e di gestirla, mostrandoci un prisma dalle mille facce, carico di determinazione e imprevedibilità.
E, infine, il dilemma più importante: la polizia, in via ufficiosa, le chiede di indagare, ma quanto può spingersi oltre la legalità per arrivare al risultato?
Può il fine giustificare i mezzi?
Lei non mi ha dato una risposta e io non voglio azzardarne una.
Riuscirà a scoprire chi è stato a spostare i vasi di Ariosto?
Recensione di Rita Annecchino
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