IL BACIO DEL CALABRONE, di Giancarlo De Cataldo (Einaudi – giugno 2024)
Ecco qua un altro libro che vede protagonista Manrico Spinori, il pubblico ministero soprannominato il contino per le sue origini nobili, che stavolta si trova di fronte ad un nuovo amore e ad un nuovo caso collegato direttamente con la sua passione per l’opera. Un caso decisamente complicato che ha avuto inizio al Teatro Costanzi di Roma dopo l’esecuzione di una particolare Traviata in cui erano stati mostrati i costumi predisposti da una famosa casa di moda; il titolare di questa muore improvvisamente per un probabile shock anafilattico dopo la puntura di un calabrone, una vespa mandarina, originaria del Giappone: una morte sospetta perché non sembra aver funzionato un farmaco subito assunto dalla vittima appena dopo la puntura. A tutto questo ha assistito Manrico che sotto la guida di una splendida donna, esperta di moda, e con la collaborazione della sua squadra ed in particolare di Deborah Cianchetti, scoprirà alla fine – e dopo un paio di altre morti- cosa si nasconde dietro tutto questo.
Un giallo intrigante, con una trama ben costruita che si muove nel mondo dell’alta moda, con le sue scintillanti sfilate che nascondono spesso un sottofondo di corruzione e invidia, in cui si muovono i due principali investigatori, così diversi tra di loro: il sofisticato contino- grande conoscitore della lirica, profondamente convinto che ” nell’opera si annidano i moti profondi dell’animo e i delitti, tutti i delitti da quello dipendono in ultima analisi: da un’alterazione dei moti dell’anima … alla radice c’è sempre la più micidiale e pericolosa macchina assassina che sia mai stata concepita, l’essere umano” e la romanaccia grande, grossa e tatuata, con un cervello veramente fino e “puro intuito sbirresco”. Insomma un giallo da leggere in tutta tranquillità con l’unico difetto di essere un po’ ripetitivo.
Recensione di Ale Fortebraccio
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