IL BALLO DELLE PAZZE, di Victoria Mas (E/O – febbraio 2021)
“Il ballo delle pazze” (E/O 2021) è il romanzo d’esordio della scrittrice francese Victoria Mas ispirato al famoso ospedale parigino della Salpêtrière.
Dopo averlo visitato, rimase molto colpita da questa struttura antica e imponente che nel tempo era stata luogo prima di detenzione per vagabondi, senzatetto e prostitute che vagavano per la città, poi trasformata in manicomio per pazzi incurabili che venivano imprigionati al suo interno senza nessuna cura medica e infine nell’800 trasformata in centro psichiatrico femminile soprattutto dedicato alla cura dell’isteria e alla pratica dell’ipnosi sotto la direzione del famoso neurologo Jean-Martin Charcot, considerato un pioniere in questo campo.
Le donne che vi venivano rinchiuse però non erano tutte alienate e mentalmente malate ma spesso e volentieri erano donne considerate “diverse” per la loro ribellione alle regole imposte dalla società, donne che aspiravano alla libertà di pensiero e azione, che magari rifiutavano un matrimonio imposto o un’esistenza prettamente dedicata alla vita domestica, donne tolte di mezzo affinché il marito potesse sposarsi con l’amante o semplicemente eliminate per evitare che spartissero quote ereditarie con gli altri membri della famiglia.
Erano perlopiù gli elementi maschili del nucleo familiare a farle internare anche se spesso, in questo abominio, intervenivano diverse componenti femminili come matrigne, suocere, sorellastre, zie invidiose e scaltre.
E’ qui che conosceremo varie tipologie femminili, ognuna con una storia dolorosa alle spalle: Therese l’anziana che in quel ricovero ha trovato sicurezza e non desidera più uscirne, Louise l’adolescente con un passato di violenza, spesso sfruttata per dimostrazioni plateali delle tecniche ipnotiche, Eugènie proveniente da una famiglia alto-borghese che avendo il dono di poter vedere i morti e parlare con loro e volendosi dedicare allo spiritismo viene reclusa dal padre, infine Geneviève, la rigida infermiera della struttura che da anni ha dedicato la sua vita alla pratica scientifica pur costretta a rinunciare a diventare medico come suo padre.
L’incontro tra Eugènie e Geneviève sarà rilevante per una presa di coscienza della loro condizione coercitiva e sarà l’inizio di un cambiamento radicale nelle due donne che troveranno, in modi differenti, una via di liberazione.
Fondamentale sarà il grande ballo che ogni anno, per vent’anni, si svolgeva all’interno dell’ospedale a ridosso del Carnevale, denominato “Il ballo delle pazze”. L’ospedale apriva le sue porte ai borghesi che, attratti dalla curiosità e dal voyeurismo, venivano a vedere queste donne “folli” sperando sempre che avessero un attacco epilettico o isterico per assistere con i loro occhi a interessanti episodi da poter poi raccontare nei salotti avvalendosi della loro diretta testimonianza. Le poverette invece godevano di una serata in cui potevano avere l’illusione di sentirsi libere, vestendosi con eleganti costumi carnevaleschi, godendo nell’ascolto della musica e cimentandosi nel ballo con tutta l’innocenza e l’inconsapevolezza di un destino che sembrava mutato in bene anche solo per una manciata di ore.
Un libro breve, quasi un lungo racconto non particolarmente intrecciato nella trama che, avvalendosi di una struttura linguistica elegante e fluida, riesce a trattare di un argomento molto profondo e puntare il dito, ancora una volta, sulla condizione delle donne schiacciate dal maschilismo imperante che possono contare solo nell’aiuto, nella comprensione e nella complicità di un’altra donna per riuscire a sottrarsi ad una fine terribilmente ingiusta e immorale.
Commenta per primo