IL BANCHIERE ASSASSINO, di Augusto De Angelis (Mondadori)
Ed eccomi qua a cimentarmi con un giallo classico ma stavolta italiano, scritto nel 1935 da uno scrittore che non conoscevo e di cui invece ho sentito parlare da poco molto bene: un poliziesco deduttivo che costituisce la prima avventura del Commissario De Vincenzi, un funzionario sensibile ed attento agli aspetti psicologici, un uomo intelligente, uno studioso che ama molto la lettura, che si muove con cautela e saggezza con le persone indagate e con i superiori, che si sposta poco dal luogo del delitto ma che ragiona molto, studiando con accuratezza la situazione e le varie persone coinvolte. Un giallo classico, dicevo, con un morto e pochi possibili colpevoli, che richiama per certi versi i gialli inglesi. Ma l’atmosfera è tutta italiana, in una Milano descritta nei suoi luoghi più veri e così come viene raccontata la società del tempo fatta di vecchi nobili impoveriti e decaduti, di giovani un po’ spregiudicati ma anche di piccoli impiegati e portinai, senza tuttavia che compaia alcun cenno alla situazione politica del periodo.
Mi ha così meravigliato leggere nella biografia dell’autore che De Angelis è stato il difensore in Italia della narrativa poliziesca che era accusata dai fascisti di essere addirittura immorale e che per questo fu perseguitato tanto che morì a seguito di una brutale aggressione da parte di un repubblichino.
Con una trama dinamica che procede tra interrogatori, ritrovamenti, possibili colpevoli che si autoaccusano e sorprese di vario genere, De Angelis dissemina nel racconto tutti gli indizi necessari, con una narrazione scorrevole e coinvolgente, sino alla risoluzione del caso.
Nonostante il linguaggio un po’ desueto, un libro interessante tanto che cercherò di leggere altri libri di questo autore.
Recensione di Ale Fortebraccio
IL BANCHIERE ASSASSINO Augusto De Angelis
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